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Jurassic World – Il Dominio (ovvero la fine dei “meravigliosi” dinosauri)

ATTENZIONE: la specie di recensione che state per leggere contiene spoiler non solo sul film in questione, ma anche molto probabilmente sugli altri capitoli di tutto il franchise. Quindi, visto che abbiamo messo in chiaro la cosa, buona lettura ^^

1994: il film “Jurassic Park” è uscito nella sale cinematografiche da più di un anno (ed il mio primo film al cinema risale al 1996) ma finalmente riesco a vederlo, anche se non ricordo se su un canale televisivo o tramite un cd/dvd. Ed è amore a prima vista: la storia è avvincente (addirittura con tinte horror), i personaggi sono tutti utili ed importanti nello svolgimento degli eventi… e poi ci sono i dinosauri. Una delle mie passioni da piccoli, sullo schermo si ergono immensi, possenti, meravigliosi. La scena di loro che vedono per la prima volta il brachiosauro è ancora una delle mie scene preferite. Come loro anche io rimango abbagliato dall’idea di un essere tanto antico e tanto immenso eppure così reale. E gli stessi dinosauri sembrano così reali ai miei occhi, in un misto di CGI e di animatronic. Certo, non era un film esente da difetti (due su tutti: quelli non sono velociraptor e la straordinaria capacità di una ragazzina con il pallino dell’informatica di maneggiare computer come i migliori tecnici disponibili sul mercato) ma intrattiene, istruisce, appassiona.

Il tempo passa e visto che il primo film ha avuto un successo strepitoso vedo anche i seguiti. Il secondo parte da una idea interessante (cosa farebbe un dinosauro nel mondo civilizzato?) ma è piuttosto scialbo, il terzo è un tentativo di tornare al primo episodio ma è totalmente dimenticabile (nonchè un pò troppo commedia).

Inizia quindi la seconda trilogia, quella che esordisce con “Jurassic World”. E questo film ammetto che mi piaciucchia ma per i motivi totalmente sbagliati. Lo considero ancora adesso il mio “Rocky IV” della preistoria. E’ così esagerato in alcuni tratti da essere paradossalmente divertente (lo scontro finale tra Indomitus vs Tirannosauro e “Velociraptor” è così tamarro da essere parecchio godibile, almeno per me, e non mi dimenticherò mai che una donna con tacchi a spillo può correre così veloce da non farsi mangiare da un T-Rex XD e per poco dimenticavo il fighissimo “mestiere” di domatore di Raptor. ) anche se in pratica è una specie di “What if…?” che conferma il motivo per il quale non poteva che fallire il primo Jurassic Park. “La vita trova sempre un modo per andare avanti”. Il secondo episodio della trilogia aveva secondo me due cose interessanti: 1) la mutazione dei dinosauri che ad una di loro (Blue) ha donato una empatia quasi umana, 2) si ha la capacità di ricreare specie morte da millenni e nessuno ha mai pensato di usare questa tecnologia per far rinascere un essere umano? Il problema, come sempre, è la storia in sè. Si regge a stento, c’è come sempre il “nuovo dinosauro speciale del film” e sostanzialmente quasi tutti prendono decisioni decisamente opinabili (Si ragazzina… sto parlando proprio di te U_U)

Arriviamo quindi (finalmente) a “Jurassic World – il Dominio”. Le premesse in realtà mi incuriosivano non poco: i dinosauri sono diventati presenza stabile sulla Terra e si sono diffusi per tutto il globo. Per qualche motivo mi immaginavo qualcosa di “post-apocalittico” modello “Cadillacs e Dinosauri”… ma mi sbagliavo. Perchè i dinosauri, in questo nuovo mondo, sono diventati degli “animali”. Grossi, potenti, pericolosi, ma pur sempre animali. La “meraviglia” è definitivamente scomparsa, tanto che i personaggi della storia ormai non fanno più una piega nel vederli. Ed in più c’è sia l’ennesima corporazione che vuole sfruttare i dinosauri per fare soldi (paradossalmente non usando nemmeno dei dinosauri ^^”) e c’è anche qui l’ingegneria genetica che ha creato nuovi mostri (ed io continuo a domandarmi perchè permettano ancora al genetista del primo Jurassic Park di avere un laboratorio, visto che ogni sua “creazione” porta con sè un sacco di morti). Ma forse l’errore più grande sono i protagonisti della storia. La chimica tra Owen e Claire mi è apparsa molto poco credibile, e la bambina in realtà è protagonista involontaria di una specie di retcon dell’episodio precedente, che quindi ha portato me a paerdere ogni interesse per lei. Come molti se non tutti, il rivedere insieme ai protagonisti “recenti” anche le vecchie glorie mi ha provocato un sottile piacere (niente è peggio dei ricordi XD) ma in questo film sono stati usati in maniera ridicola: dei 3 la dottoressa Sattler è forse l’unica che ha effettivamente qualcosa da dire, il dr Malcolm si trova in un determinato posto in pratica solo per fare andare avanti la trama e poi c’è il Dottor Grant. L’Indiana Jones dei dinosauri (così lo immaginavo nel primo Jurassic Park) è diventato una persona stanca, svogliata e che fa tutto quello che fa SOLO per avere l’opportunità di una vita amorosa con la dottoressa Sattler. E la cosa mi ha ferito tantissimo. Per non parlare del cattivo, il signor Dogson, lo Steve Jobs della mega società che lavora in campo genetico, capace di passare dal poco attento allo stupido finendo all’imbarazzante. Comunque il film ci prova davvero a farsi apprezzare, e devo dire che nelle due ore di visione non mi sono nemmeno annoiato ed hanno persino cercato di nuovo di mostrare un mortal kombat tra dinosauri (riuscito abbastanza maluccio). Il film termina con una morale ecologista, ovvero che la Natura trova sempre un equilibrio. Cosa abbastanza sbagliata, visto che è dimostrato che portare in una zona specie aliene significa molto spesso portare alla distruzione la specie preesistente.

In conclusione, cosa dire di “Jurassic World – il dominio”? E’ un film guardabile, pieno di scene d’azione e si vedono un sacco di dinosauri. Se a voi basta questo, dategli una opportunità. Ma personalmente credo sia un film senza più alcuna meraviglia e quindi lo dimenticherò senza troppi scrupoli. I dinosauri sono morti. E quelli che sono rimasti sono solo animali enormi sullo sfondo che cercano, senza realmente volerlo, di portare avanti un messaggio ecologista.

Alla prossima.

Ready Player One – Un regista che da piccolo amava i film ma non giocava ai videogiochi

Ore 21:15. Sono appena uscito con i miei amici dal cinema dove ho visto “Ready Player One” (film che aspettavo con trepidazione) e sul mio volto c’è un bel sorriso. E’ un film meraviglioso? Da un certo punto di vista, si. E’ un capolavoro? Assolutamente no ^^”

Cominciamo dalla trama. Siamo nel 2045 a Columbus. Il mondo a causa di sovrappopolazione ed inquinamento è allo sbando. La popolazione sfugge a questo degrado letteralmente “vivendo” all’interno di OASIS, un immenso mondo di realtà virtuale creato da James Halliday. Qui tutti possono fare quasi ogni cosa ed avere qualunque aspetto. Un posto dove si può fare tutto, tranne “mangiare, dormire ed andare in bagno” [cit.]. La storia parte dalla morte proprio di Halliday, che prima di morire annuncia che ha lasciato in OASIS un Easter Egg, raggiungibile solo trovando 3 prove e raccogliendo altrettante chiavi. Chi le trova tutte e mette le mani sull’Easter Egg, avrà il controllo di OASIS. E’ per questo che nascono i “Gunther”, cacciatori di Easter Egg, e tra di loro c’è anche Wade Watts/Parzival. Verrà affiancato da altre persone e tutte loro si troveranno a lottare contro la potente multinazionale IOI, guidata da un manager senza scrupoli ed a capo di un esercito di giocatori alle sue dipendenze per scovare il segreto prima di tutti.

Perchè vi ho detto che è un film meraviglioso (da un certo punti di vista) ma ben lontano dall’essere un capolavoro? Cominciamo dalle note positive: la messa in scena è stupefacente. Quando sei su OASIS, sei meravigliato da ogni cosa. Una realtà virtuale che tanto virtuale non sembra, tanto è alto il livello di dettaglio. Tanto che quando l’azione di sposta nel mondo reale, quest’ultimo è così “brutto” che quasi non vuoi altro che tornare su OASIS, ad assistere alle avventure di Parzifal e i suoi amici. Ad un certo punto l’ho paragonato ad “Avatar” per l’impegno profuso in campo visivo. E fiore all’occhiello, ovviamente, sono le innumerevoli citazioni, tratte da innemerevoli film e videogiochi che vanno dagli anni ’70-’80 fino ai giorni nostri. Ho personalmente passato un bel pò di tempo a cercare di vederli e capire a cosa si riferissero, ed avendo una discreta cultura nerd ne ho anche trovati un sacco (anche se penso che la formula per attivare lo scudo magico credo in ben pochi sappiano da dove viene XD). Facendo un paragone azzardato, questo film è una specie di Giudizio Universale: tante figure diverse a formare un’opera visivamente mastodontica e mirabolante.

Il problema fondamentale di questo film? Sa di essere un’opera di puro intrattenimento e non va oltre. La storia in sè è piuttosto semplice, ma a volte avrei sperato che su alcuni punti si soffermasse un pò di più (tipo sul mondo reale, il cui “dramma” viene liquidato all’inizio ma che durante la visione non dà mai l’impressione di essere davvero “allo sbando”, o sul funzionamento effettivo di determinate “camere di recupero crediti”) e che non avesse evidenti falle logiche (dov’è la polizia?).  Uno dei miei amici, all’uscita, mi ha detto che è un film che non ha nessun punto di “gravitas”, e visto che è lo stesso regista di “E.T.” (film per ragazzi ma con punti di grande serietà drammatica) è personalmente un punto a sfavore. E poi, l’utilizzo delle citazioni. Quelle che riguardavano i film erano fatte con più “cuore” e con criterio (Il luogo di svolgimento della seconda prova è un omaggio molto sentito ad un determinato film), mentre quelle videoludiche erano quasi solamente visive e basta (anche se almeno in un punto fanno anche vedere una determinata “mossa segreta” di un famosissimo picchiaduro). In realtà potevano avere una spiegazione: chi usa un determinato avatar lo fa per la bellezza dell’avatar in sè, non per quello che rappresenta (dopotutto, siamo nel 2045 e molti avatar rispecchiano personaggi videolodici di almeno 50 anni prima). Ma visto che il film lo vediamo noi nel 2018… magari un pò più di sforzo sarebbe stato gradito. Ma mi rendo conto che non era una materia conosciuta dal regista ^^”

Quindi, per concludere, è stato un film che non mi ha fatto assolutamente rimpiangere i soldi spesi, che mi ha anche divertito, che posso consigliare a tutti quelli che hanno un minimo di conoscenza nerd… ma che non mi fa venir voglia di rivederlo.

Alla prossima!

“Tomb Raider”: un film di archeologi avventurieri… ma senza il giusto mistero

 

Faccio la premessa FONDAMENTALE di quello che sto per scrivere, e riguarda il film in sè ma soprattutto la considerazione che seguirà: tutto quello che comparirà qui sopra saranno solo e solamente considerazioni personali. Può sempre darsi che su certi argomenti mi focalizzi un pò troppo, o che forse la mia pignoleria sia molesta ^^”

Cominciamo dal film. “Tomb Raider” del 2018 è un film gradevole. Forse non vi sembra granchè, ma quando ho visto i trailer avevo un’idea totalmente diversa su come avrebbero impostato il film. Tratto dal videogioco “Tomb Raider” del 2013 (unico gioco della serie a cui abbia giocato dall’inizio alla fine), ovvero gli inizi della giovane Lara Croft ed il suo primo approccio a reliquie sconosciute e misteri, il film cerca e per buona parte del tempo riesce a mantenere il mood del gioco. La nostra eroina non sarà infatti una specie di Rambo al femminile (come mi è sembrato soprattutto nella battuta del trailer “Non sono mica un supereroe”… che nel film NON C’E’) ma una giovane donna che non vuole rassegnarsi alla morte del padre, scomparso da circa sette anni, e non appena avrà indizi su dove cercarlo si butterà all’avventura. E’ una donna forte moralmente, decisamente intelligente ed intraprendente… ma ti fanno ben capire che “sul campo” è tutta un’altra storia. Inizialmente spiazzata, confusa, molto dolorante, con l’avanzare del film capirà che anche lei possiede la tempra dei Croft, come il padre prima di lei (forse la transizione verso una Lara più sicura è un pò troppo veloce, ma è un film quindi immagino debba sottostare giocoforza a determinate tempistiche). C’è da dire che ovviamente rispetto al videogioco da cui è tratto perde miseramente: volendo salvare la protagonista e magari le scene nella tomba, il resto del film non è così intrigante. Il cattivo non è memorabile, i personaggi di supporto sono a malapena tratteggiati, ed in fondo si ha un pò l’impressione che alcuni argomenti importanti siano stati trattati frettolosamente. Ma è un film d’azione, si lascia guardare e quindi secondo me è perfetto per una serata tra amici.

Ora arriviamo al punto che più mi preme. Ricalcando almeno all’inizio diversi spunti del gioco da cui è tratto, anche qui si ha a che fare con la leggenda del regno di Yamatai e della sua regnante, la regina Himiko, dagli straordinari poteri. Nel film i suoi poteri sono legati alla vita e alla morte, mentre nel gioco sono il controllo degli elementi e la sua apparente vita eterna. Il film prende una strada diversa, e può anche essere giusto visti i media diversi. Ma pur considerando questo, c’è una cosa che non sono proprio riuscito a digerire. Non è una cosa che distrugge il film, solo gli ha fatto perdere ai miei occhi un pò di bellezza: il “vero” mistero.

Vi ricordate Indiana Jones? (Se non sapete nemmeno chi è, vergognatevi e andatevi immediatamente a recuperare i primi 3 film che lo riguardano U_U). Archeologo avventuriero, anche lui alla ricerca di artefatti leggendari e misteriosi, anche lui costretto a confrontarsi con forze avverse (nel suo caso, per lo più nazisti). La differenza è che le reliquie in questione sono… sovrannaturali. Nella mia mente il buon vecchio Indy ha sempre avuto dei punti in comune con l’Ulisse dantesco: un uomo dal multiforme ingegno, alla ricerca della verità e forse l’uomo più vicino a conoscerla. L’ultimo punto è fondamentale. Le tre reliquie con cui ha a che fare Indiana Jones (e volendo anche il nodo fondamentale del quarto film) sono su un livello che non è possibile raggiungere con la semplice logica e conoscenza. Sono forze potenti, che non si possono nè comprendere nè controllare, ed il protagonista può solo tener conto della loro potenza e pericolosità. Sono la dimostrazione di quanto l’uomo sia ben piccola cosa rispetto all’universo, ma contemporaneamente è l’esaltazione stessa dell’uomo, che quando c’è bisogno comunque affronta il mistero senza perdersi d’animo.

Potete dire che Lara Croft non è Indiana Jones. Ma qui vi sbagliate. L’eroina di Tomb Raider deve moltissimo ad Indy. Ed infatti, la cosa che ho amato nel gioco del 2013 era proprio il mistero insondabile. Probabilmente farò degli spoiler, ma la regina Himiko era veramente una strega dagli straordinari poteri, capace di controllare gli elementi intorno all’isola e con al suo servizio delle statue di samurai decisamente letali. E la disperazione che prende Lara quando se ne rende pienamente conto è comprensibilissima. Ma come Indiana Jones, pur consapevole che sono forze che non può comprendere, per salvare una sua amica si arma di tutto il coraggio di cui dispone (e di un sacco di armi XD), dà fondo ad ogni energia fisica e mentale ed affronta l’ignoto. Non scoprirà mai come mai la regina Himiko avesse tali poteri, e non c’è nemmeno bisogno di saperlo. E’ il fascino dell’ignoto, e l’eroina che riesce ad emergere è segnata ma anche temprata e fortunata. Nel film… la leggenda viene completamente spiegata. E per quanto la pericolosità rimanga comunque elevata, il film ai miei occhi ha perso un pò di valore.

Chiariamoci: non sono contro i film che danno una spiegazione a tutto quello che all’inizio non si comprende. Dico solo che determinati film avrebbero molto da guadagnare se permettessero allo stesso mistero non solo di non essere definitivamente sconfitto, ma anche di far capire all’eroe/all’eroina che a volte la sopravvivenza è anche una questione di fato benevolo.

Alla prossima!

Cosa ne penso di…. “Split” (di M. Night Shyamalan)

(Non riesco ancora a trovare il modo perfetto per parlare di film sul mio blog…proviamo così ^^”)

TRAMA: tre giovani studentesse (Claire, Marcia e Casey) vengono rapite da quello che all’inizio sembra essere una sorta di ossessivo-compulsivo (sembra fissato con l’igiene) che le narcotizza e quindi le rinchiude in un posto isolato, stretto, nascosto chissà dove. Le ragazze in questione, quando si riprendono, sono terrorizzate ma è niente in confronto a quello che assisteranno fin da subito: il rapitore che si è presentato come Dennis si presenta in abiti femminili come Patricia ed in seguito con abiti “da bambino” come Hedwig. Scopriamo che Kevin (il vero nome del rapitore) soffre di un disturbo associativo dell’identità, ed è “abitato” da 23 personalità diverse. Il problema è che sta per nascere una ventiquattresima, la “Bestia”, ed è il motivo per cui le ragazze sono state rapite…

 

CONSIDERAZIONI PERSONALI: la TRAMA in realtà non è propriamemte un capolavoro di originalità. Credo che chiunque abbia visto dei thriller sappia benissimo come si evolveranno certe vicende ^^” ma detto questo, il regista riesce a mantenere alta la tensione ed in un paio di momenti ha dei picchi (per quanto scontati) piuttosto interessanti. La LOCATION dove si svolge quasi tutta la vicenda è una sorta di seminterrato chiuso, e gli stessi interni rappresentano le varie e distorte personalità del rapitore. Devo dire che la fotografia ha reso molto bene il senso di claustrofobia ed isolamento, giocando con luci ed (molte) ombre. JAMES MC AVOY/ KEVIN è…. bravissimo. E’ un personaggio di una complessità altissima, ed è facile che raggiunga un livello di involontaria comicità (quando “diventa” Hedwig succede XD) ma l’attore ha delle capacità di trasformismo eccezionali: non solo il modo di parlare, ma anche la postura e lo sguardo cambiano in maniera netta eppure naturale. Ti fa capire benissimo che è un tipo fuori controllo ed assolutamente pericoloso. Giustamente non vedi tutte le personalità di Kevin (mi sembra che nel film se ne vedono circa 8 – 9) ma rimane comunque una grandissima prova d’attore. Mi piacerebbe sentirlo in lingua originale, probabilmente renderebbe di più. Anche il personaggio di ANYA TAYLOR-JOY/ CASEY è molto interessante, anche se fin dall’inizio puoi intuire che lei è una “predestinata” alla salvezza (non uso il termine in modo improprio) ed è anche l’unica con la quale crei un minimo di empatia: timida, introversa, bisognosa di stare da sola (in alcuni brevi flashback che la riguardano capisci anche perchè), nonchè l’unica con un bagaglio culturale ed emotivo tale da capire fin da subito la vera pericolosità di Kevin ed i modi con i quali entrarci in contatto. Le altre due ragazze rapite (CLAIRE E MARCIA) sono purtroppo degli stereotipi viventi: una è la classica ragazza più ammirata della scuola, l’altra è la sua migliore amica. Per quanto le loro azioni siano abbastanza plausibili in un contesto del genere, sinceramente non sono riuscito ad affezionarmi a nessuna delle due. Altro punto negativo è BETTY BUCKLEY/ KAREN FLETCHER, ovvero la psichiatra che ha in cura Kevin e ne conosce meglio di tutti il caso. Il suo personaggio è usato dal mio punto di vista in modo improprio: utile all’inizio per darti un’idea vagamente più chiara del personaggio di Kevin, dopo viene usato per “spiegare un pò troppo”, tanto che una certa svolta della trama la si intuisce purtroppo già a metà film. Sembra un personaggio usato solo per spiegare a spettatori scemi della sala una cosa che forse non andava completamete spiegata (e avrebbe mantenuto il suo fascino anche un pizzico di mistero). E poi…. IL COLPO DI SCENA FINALE, di solito marchio del regista. Mi riferisco agli ultimi 30 secondi ed stato tale che io ho finito per entusiasmarmi come un bambino e quindi sono riuscito a spiegarmi senza troppi problemi anche la “Bestia”, che per quanto interessante ad un certo punto sembra quasi fuori luogo per come fa…quello che fa. Ma ho notato che al cinema ci siamo esaltati in ben pochi, perchè è un colpo di scena molto interessante… ma solo se hai una certa cultura filmica del regista (non posso dire altro, o farei spoiler violento ^^”) ed infatti la maggior parte delle persone presenti al mio spettacolo non l’hanno capito affatto. Quel finale non solo ha giustificato il film dandogli tutto un significato nuovo, ma ad un certo punto sono scattati alcuni collegamenti: è proprio “quel” treno? Forse non è un caso che esista un personaggio come quello di Kevin…

Questa considerazione la distacco perchè mi è venuta in mente dopo il film, mentre tornavo a casa. Molto intriganti sono le METAFORE del film, legate al concetto di sofferenza e di prigionia. Le ragazze sono tenute sotto chiave per quasi tutti il film, visto dall’esterno il posto dove sono recluse è una specie di gabbia (capirete vedendo il film), lo stesso Kevin è prigioniero di sè stesso a causa di una sofferenza che gli ha fatto sviluppare per autodifesa diverse personalità e la stessa “Bestia” è una reazione violenta al suo bisogno di sicurezza, così come Casey che affronta a modo suo il dolore e la gabbia in cui rinchiude volontariamente sè stessa per stare da sola. In fondo siamo tutti in una gabbia creata da noi stessi, che usiamo per lo più per difenderci ma che contemporaneamente ci escludono da alcune possibilità del mondo esterno. E’ un messaggio molto triste, a tratti cupo (la stessa Casey si renderà conto di non essere mai uscita dalla sua “gabbia” nemmeno alla fine).

SI O NO? Direi tranquillamente SI. Non vi aspettate un capolavoro, perchè ha diverse piccole cose che non vanno, ma mantiene la tensione, i protagonisti sono molto bravi e… il colpo di scena di finale *_* Ultima cosa… M. Night Shyamalan, posso dire di essere tornato tuo amico. Ho rivisto in questo film un ritorno al passato ma con qualcos’altro da dire di nuovo. Cerca solo di mantenerti su questo livello, mi raccomando ^^

Alla prossima!

Recensione – The Revenant (film)

ATTENZIONE: il seguente contenuto potrebbe rivelare parte della trama. Quindi, nel caso non abbiate visto il film in questione SALTATE LA LETTURA (o leggete con attenzione e consapevoli dei rischi)

COME L’HO CONOSCIUTO: tutto è iniziato dalla visione di Birdman. Fino a quel momento non sapevo nemmeno dell’esistenza di Alejandro Gonzales Inarritu, ma dopo quel film ho pensato che fosse un grandissimo regista. Quando ho saputo del film The Revenant e del fatto che lui fosse il regista, dopo qualche trailer non vedevo l’ora di vederlo. Certo… non nego che sia stato anche per vedere per quale film DiCaprio NON avrebbe vinto l’Oscar come miglior attore XD (Scherzo… Leo, io tifo per te! Anche se secondo me dovevi vincerlo prima e per altri ruoli)

TRAMA: il trapper John Glass ed il figlio Hawk sono in una battuta di caccia con altre persone alla ricerca di pelli e pellicce. Il loro gruppo viene attaccato e decimato da una tribù indiana ed i sopravvissuti prima scappano a bordo di una imbarcazione, poi sotto indicazione dello stesso Glass non appena sono riusciti a seminare gli inseguitori sbarcano (c’era il grosso rischio di un’imboscata) e dopo aver nascosto le pelli cercano di tornare al villaggio a piedi, attraverso una lunga marcia di settimane. Purtroppo Glass viene attaccato e quasi ucciso da un orso, ed il gruppo non può permettersi di perdere tempo e rischiare di essere bloccati dal freddo e da eventuali tormente di neve. Il comandante della spedizione prima prova a curarlo, poi lo lascia sulle retrovie insieme al figlio di Glass e ad altri due uomini, uno dei quali, Fitzgerald, non ci metterà molto a lasciarlo dov’è, a morte certa, dopo aver ucciso il figlio di lui Hawk. Peccato che la volontà di vivere e di vendetta di Glass sia davvero indomabile…

LE PARTI POSITIVE

L’AMBIENTAZIONE: ricordo, quando frequentavo le superiori, che il mio professore di letteratura inglese mi spiegò il termine  sublime (e spero di ricordare bene, o Zazà mi disconosce ^^”). La natura sublime è una natura di eccezionale bellezza, dovuta anche alla sua potenziale pericolosità e all’uomo che è un essere insignificante al suo cospetto. Bene, la natura di The Revenant è decisamente sublime. Forte, maestosa, invincibile. Mai un colore tanto “buono” come il bianco poteva diventare tanto pericoloso. Bellissime le rappresentazioni della vallate, del corso dei fiumi, degli alberi spogli e scheletrici che quasi macchiano tanto mortale candore. Ho saputo che il regista, per rendere tutta la visione il più realistica possibile, ha girato solo con luci naturali e con la temperatura della giornata. Insomma, ci ha tenuto molto e si vede. E’ uno spettacolo per gli occhi. Certo, non è tutto completamente positivo…

L’INDOMITO JOHN GLASS: come ho già scritto prima, DiCaprio sfoggia un’altra grandissima interpretazione. Riesce benissimo a rappresentare un uomo ferito prima dal suo passato, poi da una mamma orsa (che lo sbatacchia per bene ^^”) ed infine messo decisamente a terra dopo aver perso anche l’ultima cosa che gli importava. Ti ritrovi a tifare per lui, quando stringendo i denti cerca prima di rimettersi in piedi, poi di sopravvivere al freddo e ai nemici, ed infine nella sua ultima missione. Non solo nel fisico, ma anche lo sguardo è quello di un uomo in bilico tra mollare tutto e trascinarsi avanti. C’è anche da dire, a favore della storia, che non è “Rambo”: essendo un trapper sa come cavarsela (emblematica la scena del cavallo), ma bisogna ammettere che se riesce a tornare al villaggio è anche perchè “aiutato dagli eventi”.

FITZGERALD: non me ne voglia il buon Leo, ma non era il mio personaggio preferito. La mia preferenza è andata a Tom Hardy, che interpreta il texano Fitzgerald. Burbero, con i segni lasciategli da un indiano che era quasi riuscito a togliergli lo scalpo, rappresenta l’uomo senza troppi scrupoli, interessato solo alle pellicce e ai soldi che può ricavarci. Rimane a vigilanza di un moribondo Glass solo perchè lautamente pagato, e non ci pensa due volte ad usare l’inganno prima sullo stesso Glass (lo spinge inizialmente al suicidio), poi uccidendo Hawk che cercava di evitare la morte del padre, ed infine spingendo l’altro componente, un ragazzo, ad andare via spaventandolo con la presenza di immaginari indiani. Nel suo racconto di come suo padre ha “incontrato Dio” c’è la rappresentazione della natura di quest’uomo.

I PERSONAGGI DI CONTORNO: a partire da Hawk, figlio mezzosangue di Glass e disposto a tutto per il padre, passando per il comandante Henry, che non voleva abbandonare un compagno ferito ma costretto a farlo per non perdere altri uomini, arrivando al giovane Bridger, un ragazzo di buon cuore ma abilmente manipolato da Fitzgerald e alla fine divorato dai sensi di colpa. Tutti hanno un ruolo in questa storia, tutti contribuiscono alla sua costruzione.

LE SCENE D’AZIONE: sono 3, ovvero l’attacco degli indiani all’inizio del film, lo scontro tra Glass e mamma orsa ed infine la “vendetta finale”. In tutte e tre puoi sentire la gravità della situazione, quasi percepisci il dolore dei personaggi, e nonostante l’apparente caos (soprattutto nella battaglia iniziale) è tutto perfettamente comprensibile.

LE PARTI NEGATIVE

L’USO DELL’AMBIENTAZIONE: ho decantato prima le lodi dell’ambientazione, e decisamente non mi rimangerò quello che ho scritto. Solo che… ad un certo punto, ho avuto l’impressione di assistere ad uno strano ribaltamento di ruoli. Non era più l’ambiente al servizio della storia, ma il contrario. Come se la storia fosse soltanto un pretesto per far vedere quanto fosse sublime la natura circostante, ripresa dal regista in modo tanto attento e ricercato ^^”

LENTEZZA: è un film introspettivo e quindi ero preparato alla cosa. E ci sono diversi momenti in cui Glass ha dei flashback, oppure osserva la natura circostante, oppure con pazienza si rattoppa. Secondo me certi momenti avrebbero beneficiato di una minima “sforbiciata” ^^”

IL FINALE: le prime due erano perdonabili, ma questa no. La vendetta è compiuta, e adesso…? Immagini illusorie dovute allo sforzo e al dolore, e forse alla mancanza di adrenalina, un ultimo sguardo agli occhi di DiCaprio e… fine. COME? Lo so, con un pò di immaginazione puoi dare alla storia due diversi finali, ma il lasciato in sospeso, considerando che è un “racconto unico”, mi ha dato un certo fastidio.

CONSIDERAZIONI FINALI

Il film mi è piaciuto molto, e quindi sono stati soldi al cinema ben spesi. Ma devo ammettere che, forse a causa delle note negative, non mi ha fatto venir voglia di rivederlo. Mi ha fatto l’effetto Passione di Cristo: consiglio a tutti di vederlo almeno una volta, ma io stesso non sento la necessità di dargli una seconda visione. Poi, i gusti sono gusti ^^

Alla prossima!

Recensione – 50 sfumature di grigio (film)

Quello che sto per scrivere è… esercizio. Mi rendo conto che non scrivo molto, e se la scrittura è la mia passione è giusto non farla seccare come una pianta senza acqua. Devo trovare il tempo per molte cose, tra cui parlare con gli amici… leggere… e devo farlo pur consapevole che il mio lavoro attuale mi “gambizza” molto in tal senso. Comincio quindi da qualcosa di facile, e che facevo ai primordi di questo blog, ovvero le recensioni dei film. Sfrutto il mio essere cinefilo per sgranchirmi un pò le dita… e veder se riesco ad essere obiettivo nei miei giudizi.

Quindi, pronti per cominciare…

ATTENZIONE: il seguente contenuto potrebbe rivelare parte della trama. Quindi, nel caso non abbiate visto il film in questione SALTATE LA LETTURA (o leggete con attenzione e consapevoli dei rischi)

COME L’HO CONOSCIUTO: … era possibile non sapere della sua esistenza? ^^” E’ del 2015, era il film dell’anno, sulla bocca di tutti. Criticatissimo e contemporaneamente guardato di nascosto da molti di quegli stessi “critici”. Ero tra quelli che in effetti non l’avrebbero visto mai, anche se non ho mai nascosto una certa curiosità. Ma passò il periodo di fulgore, scomparve dai cinema e non me ne curai più. Fin a quando l’altro giorno il cinema all’aperto vicino a casa mia l’ha messo in programmazione. E stavolta ho tagliato la testa al toro e mi sono deciso di guardarlo.

LA TRAMA: essenzialmente è la travolgente storia di amore/sesso tra Anastasia Steele, studetessa universitaria, e Christian Grey, magnate delle industrie Grey e uomo dal passato e presente misterioro. Il loro incontro fortuito sarà l’inizio di una travolgente passione, condita dai gusti “particolari” dell’uomo.

Ho cercato di dargli la giusta attenzione, anche aiutato via whatsapp da un’amica che lo aveva già visto. Ma devo essere sincero, ho visto solo cose negative… ed una positiva, ma che sinceramente non salva il film.

LE PARTI NEGATIVE

VELOCITA’: secondo il mio modesto punto di vista, è il problema peggiore del film. La loro passione è ISTANTANEA ed INCREDIBILMENTE INTENSA, e tutto questo in relativamente pochi minuti. Lo spettatore parte col dato di fatto che loro sono come indissolubili, che pendono l’uno dalle labbra dell’altro. Il che probabilmente è vero, ma… non ho avuto il tempo di percepire la motivazione di tanto “stupendo sentimento”. Per non parlare del fatto che succedono diverse cose ma molto velocemente. Sembra correre TUTTO in questo film. Anche i cambiamenti caratteriali del signor Grey sono quasi invisibili (te li dice lui più volte). Rallenta solo in determinate situazioni… e sono l’unica cosa positiva del film.

LO “SCULTOREO” SIGNOR GREY: posso capire perchè la signorina Steele sia attratta dal signor Grey. Il modello/attore Jamie Dornan rappresenta al meglio il classico “maschio alfa”, l’uomo che può tutto e non deve chiedere mai, immediato sogno di qualunque donna con scarsa autostima ^^”. Fisicamente poi…. non posso negare che avesse un fisico perfetto e un sedere scolpito niente male XD. E poi aveva la faccia perfetta del dominatore: serio, controllatissimo. E allora quale è il problema? Semplice… aveva una UNA SOLA ESPRESSIONE (forse due, a voler essere buoni). E’ arrabbiato? E’ confuso? E’ ardente di passione? Una unica faccia per ogni evenienza XD

LA “ANONIMA” SIGNORINA STEELE: … non capisco invece come possa un uomo come il protagonista trovare interessante una donna come lei. Eppure quando l’attrice Dakota Johnson fa la sua prima apparizione sullo schermo, mentre si guarda allo specchio, ho pensato fosse nonostante tutto una bella donna. Da quel momento in poi… una continua gara con sè stessa per apparire la più “sciatta” possibile. Riuscendoci in pieno. Da quello che ho capito, era un effetto voluto: la protagonista inizialmente ha scarsa stima in sè stessa. Il problema è che, con il crescere della confidenza, continua a rimanere anonima e timorosa. E poi…. mordersi il labbro una volta è sexy, farlo in modo seriale è snervante ^^”

I DIALOGHI: non me ne ricordo uno ^^” Ricordo solo la frase di Grey: “Ma non ti rendi conto che mi stai cambiando?” detto con l’espressione dolce ed amorevole della tutrice svizzera di Clara, l’amica di Heidi. Scontati, banali, dimenticabilissimi. Ma tanto, nessuno si è visto i film per i dialoghi, no?

I PERSONAGGI DI CONTORNO: capisco che il focus sia sulla focosa coppia, ma chiunque abbia visto il film si renderà conto che tutti gli altri personaggi (la madre, il padre ed il miglior amico di Anastasia, la mdre ed il fratello di Grey) non servono davvero a nulla. L’unica che acquista un minimo di importanza è l’amica della protagonista, che dà il via all’incontro tra i due. Ma dopo quel momento, anche lei cessa di avere importanza.

FAMMI VEDERE IL PEGGIO: ok, non è proprio una cosa “tecnica” del film ma è un momento che mi ha fatto dire un “Ma che…?” che era molto simile ad un “Ma vaff…”. Verso la fine del film, per determinati motivi, Anastasia fa a Grey questa richiesta. MI sono immaginato cose inenararrabili… e alla fine mi ritrovo con una “sculacciata”?

LA PARTE POSITIVA

I “GIOCHI”: il film si concede un pò di respiro dalla sua infinita corsa solo quando fa vedere agli spettatori quali sono le “perversioni” del nostro uomo tenebroso. Lo fa in modo furbo: non si vedono mai organi genitali maschili e femminili, gioca moltissimo su luci ed ombre. Ma dal mio personale punto di vista era la parte più interessante del film: non tanto per le immagini fini a sè stesse, quanto per il coinvolgimento che sembravano dimostrare. L’abbandonarsi totalmente, senza difese, ad una persona che non puoi sapere effettivamente cosa potrà farti… molto suggestivo, secondo i miei gusti. Una seduzione basata sul tatto, sull’udito, sull’olfatto. Chissà che effetto fa.

CONSIDERAZIONI FINALI

La grave colpa di questo film, e di coloro che l’hanno diretto/prodotto, è di appellarsi ESCLUSIVAMENTE agli istinti più morbosi e profondi di ogni persona. Perchè, con mia somma sorpresa, questo film ha persino una trama! Certo, non è una trama da Nobel, ma comunque sarebbe stata sufficiente (se usata un minimo di più) per sviluppare un tantino di più la psicologia dei personaggi. Invece non ci provano nemmeno, ben consapevoli che tutti erano al cinema per vedere giochetti erotici e perversioni. Non ho letto i libri, magari sulla carta certi problemi non ci sono (o sono molto più ridotti) , ma c’è da dire che è un film deludente.

(Oggi chiudo qua, domani lo rileggo e vedrò se ho scritto decentemente. Spero che sia stato di vostro gradimento… e alla prossima!)

Pandorum

 
ATTENZIONE! Quello che sto per scrivere potrebbe svelare parte della trama del film! Se volete andarvelo a vedere NON LEGGETE IL SEGUITO!
 
Il caporale Bowser si sveglia dal sonno artificiale indotto dall’ibernazione e riesce ad uscire dalla sua capsula. All’inizio privo di memoria, con il tempo riesce a riacquistarla e a farsi un’idea di dove si trova e della situazione. Dopo aver svegliato dall’ipersonno anche il tenente Payton, capiscono di trovarsi sull’astronave Elysium, che si trova in viaggio nello spazio per raggiungere il pianeta Tanis, un pineta con atmosfera e condizioni di vita animale e vegetale simile alla Terra. Ma l’astronave si trova in una sorta di blackout, quindi il caporale decide di uscire in qualche modo dalla stanza (attraverso le condutture dell’aria) ed intanto rimane in contatto radio con il tenente. Entrambi discutono di varie cose, tra cui il modo di far ripartire il reattore nucleare, e si ritrovano a parlare di pandorum, una specie di pazzia che colpisce gli astronauti potenzialmente depressi e li rende mentalmente instabili. Durante la sua esplorazione, Bowser incontra un gruppo di umanoidi geneticamente modificati, dalla pelle biancastra e senza capelli, che fin dall’inizio cercano di ucciderlo. Lui riuscirà a cavarsela, anche grazie all’aiuto di una biologa e di un "contadino" (entrambi precedentemente in criosonno e svegliati molti mesi prima). Ma non hanno molto tempo, visto che il reattore sta per fermarsi del tutto….
 
Quando ho visto il trailer, mi sembrava una specie di avventura alla Alien. Beh, mi sbagliavo. Di Alien forse prende il luogo dove si svolgono i fatti, ovvero l’interno dell’immensa astronave (molto ben ricostruita, devo dire) e niente altro. I nemici/ i pericoli vengonbo svelati praticamente subito e sono una minaccia costante e quasi sempre presente. E poi non ho niente da dire nè sul caporale Bowser nè sul tenente Payton… ma ditemi voi: quante possibilità ci sono che le persone che il caporale incontra durante la sua avventura siano una biologa ed un contadino, ma anche capaci di combattere fin troppo bene? Insomma, agilissimi e capaci con un paio di coltelli e una specie di asta di poter affrontare i fortissimi umanoidi geneticamente modificati.  Penso che nonostante tutto sia un film godibile, ma forse delude un pò le aspettative di una persona con più cultura cinematografica. DEvo ammettere però che ad un certo momento sono stato spiazzato da alcuni eventi. Quindi un minimo di sorpresa alla fine l’ho avuta anche io.
 
alla prossima!

Predators

 
ATTENZIONE! Quello che sto per scrivere potrebbe svelare parte della trama del film! Se volete andarvelo a vedere NON LEGGETE IL SEGUITO!
 
Cosa ci fanno, in una specie di giungla, un mercenario americano, un soldato russo dello Spetsnaz, un narcotrafficante messicano, una soldatessa cecchino dell’esercito israeliano, un guerrigliero della Sierra Leone, un killer della Yakuza giapponese, un condannato a morte e un medico? (detta così, sembra l’inizio di una barzelletta XD) In realtà, non lo sanno nemmeno loro. Sanno solo di essere stati paracadutati in questa giungla e di essere stati "prelevati" in luoghi diversi della Terra. Presto capiranno di essere addirittura su di un altro pianeta, e subito dopo di essere in una sorta di riserva di caccia. Infatti loro sono qui per essere cacciati da un gruppo di Predator. Riusciranno a cavarsela?
 
Dopo l’errore (se così si può chiamare) di Predator 2, questo Predators prende a pieni mani dal primo episodio della saga. Ecco infatti la giungla, ecco il gruppo di soldati ben armato e diversificato. Viene persino citato dalla soldatessa il caro buon vecchio Dutch, ovvero il soldato unico sopravvissuto del primo episodio (quello interpretato da Schwarzenegger). E i Predator sono tornati unici protagonisti dell’episodio, in tutta la loro mole e sempre credibili nonostante arrivino addirittura a battersi il petto come gorilla XD. E nonostante tutto… mi ha lasciato perplesso. E’ un buon film, degno sicuramente di essere visto, ma perde molto rispetto al primo episodio. Infatti Predators non ha una storia, e a dire la verità nemmeno la vorrebbe visto che vira immediatamente verso l’azione pura. Tutti quelli del gruppo che muoiono lo fanno in un momento preciso (posso dirvi di essere stato capace di indovinare l’ordine preciso dei deceduti) e a volte persino in un luogo preciso (nel film capirete immediatamente quale è il "posto" dello Yakuza). E per ultimo, il protagonista. Adrien Brody ce la mette davvero tutta per fare il "superuomo" della situazione. E nelle ultime inquadrature del film, capirete che fisicamente si è allenato parecchio per la parte. Ma un conto è trovarsi uno Schwarzy a petto nudo furibondo (e lì immagini "Oh cavolo, sono morto") e un conto è trovarsi Adrien nella stessa situazione (e lì puoi immaginare un "Ok.. quasi quasi ci provo…" XD). In compenso, rispetto a Dutch il protagonista può permettersi di citare Hemingway senza sembrare ridicolo ^_^
 
Direi che è un buon film. Ma non lo vedrei al cinema, semmai a casa per perdere una serata… e solo se si è fan della serie. E se anche fosse, consiglio prima o dopo la visione del primo Predator… e capirete perchè lo apprezzo di più.
 
Alla prossima!

Toy Story 3 – La grande fuga

 
ATTENZIONE! Quello che sto per scrivere potrebbe svelare parte della trama del film! Se volete andarvelo a vedere NON LEGGETE IL SEGUITO!
 
E alla fine, anche Andy è cresciuto. Si è fatto grande abbastanza da doversi preparare per andare al college. Che fine faranno Woody, Buzz, Mr e Mrs Potato e tutti gli altri amici giocattoli? Andy decide di portare Woody con sè e di tenere gli altri in soffitta, dove potranno riposare e… perchè no?… tornare utili quando Andy o la sorellina avranno figli. Ma per un curioso scherzo del destino e numerose complicazioni tutti i giocattoli si ritroveranno in un asilo. SEmbra un paradiso, visto che i giocattoli già presenti sembrano essere molto organizzati e soprattutto i bimbi li trattano bene quando giocano. Eppure… non tutto è quello che sembra. Toccherà a Woody, scettico fin dal principio, salvare i suoi amici e risolvere la situazione.
 
Terzo ed ultimo episodio della saga di Toy Story, ed è un gran bell’episodio. A volte ho il presentimento che fare film d’animazione per bambini sia molto più facile che produrre film "normali". Infatti il film può essere visto su 2 piani distinti: per un bambino, è un film bellissimo, molto divertente e molto godibile nell’immediato. Per un adulto, è un film "a tradimento": è il classico film che ti colpisce lì dove sei ancora bambino, e vedere l’ultima scena che riguarda Andy.. beh, ammetto di essermi commosso. Perchè in un certo senso è successa anche a me *_*. Il resto? Godetevi Barbie e soprattutto Ken (XD), un irresistibile e focoso Buzz "spagnolo" e un commoventissimo "gioco di squadra fino alla fine".
 
Io mi sono divertito… e commosso… tantissimo ^_^ E poi… ho potuto in sala stringere la mano a Mr. Pritt!!! *_*
 
Alla prossima!

A-Team

 
ATTENZIONE! Quello che sto per scrivere potrebbe svelare parte della trama del film! Se volete andarvelo a vedere NON LEGGETE IL SEGUITO!
 
All’inizio ci troviamo in Messico, e dell’ A-Team ci presentano il colonnello John "Hannibal" Smith, catturato e torturato dai soldati corrotti del generale Tuco. Naturalmente si salva, si libera e parte al salvataggio dell’amico-compagno di squadra, il tenente "Sberla" Peck, che sta per essere ucciso dal generale sopra citato. Durante la missione di recupero Hannibal incontra l’ex soldato "P.E." Baracus che lo aiuta a salvare l’amico. Ed infine, andando in ospedale, incontrano lo svitato elicotterista "H.M." Murdock e con la sua guida spericolata riescono a neutralizare il generale Tuco. La squadra si è formata, e diventa la squadra migliore dell’esercito, specializzata in missioni speciali. 8 anni dopo, in Iraq, vengono ingaggiati dalla CIA per recuperare delle matrici che verrebbero usate per stampare dollari americani falsi. Nonostante la missione venga sconsigliata dal capitano Sosa, ex amante di Sberla, loro la affrontano e la superano con successo. Ma quando tornano alla base, succede il finimondo: le matrici vengono rubate, il generale muore… e la colpa di tutto cade proprio sui nostri 4 eroi. Come faranno a cavarsela?
 
Il film è ispirato ad un serie di culto. Personalmente da piccolo era uno dei miei telefilm preferiti. Naturalmente i personaggi sono stati un pò modificati (forse il caso più evidente è quello di "P.E." Baracus, ma sarebbe stato impossibile trovare uno come Mr.T), l’ambientazione è cambiata e forse hanno aggiunto, rispetto all’originale, eccessiva violenza. Ma hanno mantenuto una caratteristica "fumettistica", dove ogni esagerazione viene presa con ironia e gli stessi personaggi non si prendono sul serio (sicuramente nessuno prenderebbe sul serio il capitano Murdock!! XD). Quindi anche aerei che esplodono, blindati che vengono fatti "volare" (uno dei momenti più comici XD), giochi di prestigio usando gru e container… sono quasi "normali". Ma devo anche dire che molti potrebbero giudicare questo film una grandissima americanata neanche degna di essere vista, altri (i puristi) potrebbero storcere il naso di fronte ai cambiamenti in parte anche caratteriali dei personaggi (a proposito, un consiglio: lasciate scorrere i titoli di coda e c’è una scenetta finale ^_^). Io mi sono divertito tantissimo e consiglio la visione a tutti coloro che sanno essere smaliziati e sanno calarsi in film che fa dei punti deboli i propri punti di forza. 
 
Alla prossima ^_^