Un ultimo inchino al pubblico

Non sento le voci.

Ho una leggera emicrania, ma rispetto agli ultimi giorni (…settimane? …mesi?) va benissimo. Mi porto una mano alla tempia e per qualche motivo la pelle che viene toccata pizzica. Apro gli occhi, la mia vista è assonnata e per qualche motivo quella mano sembra essere una specie di artiglio d’aquila. Richiudo gli occhi e nel mentre agito la mano per diversi secondi. Quando li riapro la mano è una normale mano. Mi sarò immaginato tutto.

Quando riesco a focalizzare bene dove mi trovo, vedo un soffitto bianco con una ENORME macchia di umidità. Probabilmente mi trovo in qualche squallido motel. Le mie dita toccano delle lenzuola non così lisce. Sento gocce di pioggia che si infrangono sui vetri. Dei 3 sensi è quello che mi dà la sensazione migliore. Mi rilassa.

Allargo il mio braccio destro e dopo un secondo tocco un altro braccio. Sposto la testa di lato e vedo Irina. Dorme, ma il suo è sonno agitato. La pelle è più pallida, sembra respirare a fatica. I suoi lunghi capelli in parte le sono finiti in faccia. Mi metto seduto e con la mano le libero il viso. Quando le sento la fronte, sento che scotta. E sta indossando una delle magliette del nostro “caposquadra” che citano qualche tour musicale di chissà quale gruppo. Le accarezzo la guancia, e lei fa un respiro più lento e profondo. Cosa le è successo? Guardandola meglio, mi rendo conto che il suo fianco è più scuro. Sollevo leggermente la maglietta. Qualcuno le ha applicato una fasciatura che però è sporca di sangue. Però sembra rappreso, quindi ha sanguinato e poi si è stabilizzata. Vedo degli aloni violacei che spuntano da dentro la fasciatura. Chiunque abbia fatto questo ad Irina doveva essere davvero potentissimo.

Solo allora mi rendo conto di dove è finito l’ultimo rimasto. E’ seduto ad una scrivania e mi dà le spalle. E’ leggermente curvo in avanti. Vedo la sua camicia bianca leggermente sporca ed il suo trench è per terra. E’ stato come accartocciato e gettato via. Sento rumore di fogli che strusciano. Molto lentamente mi alzo in piedi e mentre mi avvicino di soppiatto per un attimo ne vedo solo il contorno e ha perso tutti i suoi colori, lasciando solo tonalità che variano dal blu al giallo fino a colori più intensi. La zona dove si trova la testa è di un rosso acceso. Starà letteralmente “fumando”. Chiudo di nuovo gli occhi, faccio un lento respiro e quando li riapro lo vedo di nuovo come prima.

Non sembra essersi ancora accorto di me. Guardo sopra la scrivania. Diversi fogli scritti con la sua calligrafia, ma quest’ultima sembra peggiorare ad ogni foglio. E le ultime sembrano essere delle lettere rivolte alla stessa persona, un certo “Worthing”. Riesco a leggerne 3 o 4. Sembra chiedergli un aiuto per…qualcosa. Tutte partono bene, ma verso metà sembrano tutte deragliare e diventare sarcastiche prima ed acide poi (una addirittura diventa persino offensiva). Ma sono state tutte cancellate e mezze accartocciate. In un angolo della scrivania c’è un piccolo flacone con delle pillole, ma non riesco a leggerne l’etichetta.

Quando gli metto la mano sulla spalla lui sobbalza e si volta di scatto. Mi guarda con espressione confusa e stanca, ma un istante dopo la sua espressione cambia, la sua postura si raddrizza e di nuovo… eccolo. Perfettamente a suo agio, la sua espressione vagamente sorridente. Ci cascano tutti. Mi domando sempre quante persone lo vedano “veramente”. Per tutti è “il mago”, “il ciarlatano”, “l’idiota”, “il buffone”, “il mostro senza cuore”… addirittura “l’incubo”. Tutti lo sottovalutano, lo ignorano o lo sopravvalutano. Tutti fanno il suo gioco…persino Irina ogni tanto cade nell’errore. Eppure non è bravo a mentire come pensa. Per sua fortuna tutti vedono solo l’aura che manifesta in quel momento, ma basterebbe guardarlo negli occhi per capire quello che è. Un semplice uomo. Sempre più stanco, depresso, sull’orlo della crisi di nervi. Un Atlante che crede di dover reggere il mondo sulle spalle e che è terrorizzato che gli altri si accorgano di quanto poco manchi al crollo. Eppure è anche per questo che lo seguo senza esitazioni. La sua fragilità è così rassicurante. Cercare sempre una soluzione anche quando tutte le cose stanno andando male e non sembra esserci speranza: è un modo di affrontare le situazioni che ho sempre cercato di fare mio.

Terry… sei sveglio.” mi sorride, mentre con una mano cerca di raggruppare i fogli sparsi sulla sua scrivania. “Come stai? Come ti senti?”

Bene, dico davvero. Ho la testa quasi completamente sgombra. Quasi non sento le voci.” mi guardo attorno, di nuovo. “Dove ci troviamo? Da quanto so dormendo?”

Due giorni” sospira in risposta alla seconda domanda. “Siamo in un motel fuori Nizza. Non credo nemmeno che sia segnato da alcuna parte come motel. Per un pò staremo tranquilli, credo

Che è successo ad Irina? Chi è riuscito a ridurla in quel modo?”

Leonard mi lancia una occhiata lunga e profonda. Come se cercasse di leggere qualcosa in me. “…ricordi qualcosa di tre giorni fa?”

Tre giorni fa? Chiudo gli occhi, mi porto una mano alla fronte. Cosa è successo tre giorni fa? Non ricordo… rumore di spari? Un urlo bestiale? Sangue? “I miei ricordi sono…confusi. Ricordo più che altro i rumori.”

Leonard fa un profondo respiro e mi tocca il braccio, stringendolo per un paio di secondi. “L’affare Montern ha avuto delle conseguenze impreviste. Ci siamo ritrovati braccati dai suoi scagnozzi.”

Non so che faccia ho fatto nel sentire quel nome, ma ha spinto il nostro mago a domandarmi “Quale è l’ultima cosa che ricordi bene?”

Quando abbiamo festeggiato il successo del lavoro in quel villaggio infestato dai fantasmi. Una serata davvero piacevole, in quella birreria così piena di persone e di musica.” Mi viene da sorridere perchè è un bel ricordo… ma Leonard non lo fa. Anzi, si fa ancora più serio.

Insomma… siamo stati braccati” cambia discorso, e per qualche secondo sposta il suo sguardo da me a letto dove Irina è ancora sdraiata. “Ci stavano prendendo per sfinimento. Non riuscivamo a riposare, ad avere almeno qualche ora di pausa. Loro erano ben equipaggiati. Ad un certo punto ci hanno messo alle strette e…lì sei intervenuto tu.” Torna a guardami, e forza un sorriso. “Ti sei trasformato in qualcosa di incomprensibile. Una sorta di fusione di tante creature che avevamo visto. Avevi una forza ed una velocità soprendenti e sembravi invulnerabile. Non se lo aspettavano nemmeno loro. Sono stati sbaragliati in pochi secondi.” e qui il suo sorriso è più sincero.

E mi sono trasformato perchè Irina è stata ferita

“…vuoi la verità?” dice con circospezione.

Annuisco.

Non ti sei fermato immediatamente. Irina era la più vicina a te, e nella tua enfasi animalesca le hai dato una zampata” poi la mia successiva espressione inorridita gli fa aggiungere di gran fretta “Ma subito dopo hai capito chi era e sei tornato normale. E sei svenuto.”

Mentre rifletto su queste nuove e sconcertanti informazioni, ecco di nuovo le voci. Una femminile, che mi sussurra qualcosa. Non so cosa. Capisco “sangue sulle dita” ma niente altro.

Visto che non so bene che cosa fossi diventato quella volta mi sono ricordato quali mostri abbiamo incontrato e le scelte alla fine sono 2. E’ un punto a favore, anche se per curarla dobbiamo andare da un esperto. Se fosse solo umana sarebbe morta, ma la sua testardaggine non vuole dare a nessuno questa soddisfazione” Leo sorride stanco scuotendo il capo. “Il santuario si trova ad un paio di giorni da qui, non è nemmeno così lontano.” prende dalla scrivania un fogliettino con sopra un indirizzo. “Il problema è che i nostri inseguitori si sono riorganizzati e sono nei paraggi. Forse hanno anche loro un segugio degno della nostra ragazza. E dalle voci che ho sentito, sembra stiano cercando informazioni solo su di me. ” abbassa la testa, sospira.

Mi sorprende che tu non te ne sia andato lasciandoci l’indirizzo e immolandoti per la patria” E probabilmente sarebbe morto, non dorme da giorni e non credo possa usare così tanto la sua magia in quelle condizioni. Lui non risponde, si limita a guardarmi e basta. Non ci arrivo subito, ma quando lui si volta ad osservare la nostra semidea ho l’illuminazione.

Non ti fidi a lasciarla sola con me”.

“….”

Hai paura che abbia un altro dei miei momenti di vuoto e…” non vorrei avventurarmi in questo pensiero, perchè mi fa male, ma è molto sensato.

Terry, in una situazione diversa lei sarebbe in una botte di ferro con te, ma la tua condizione è peggiorata di molto negli ultimi mesi. Ha intaccato anche la tua memoria“. Quindi quella birreria quanto tempo fa è stato? Ho paura a saperlo, non ho il coraggio di chiederglielo. “Però non dobbiamo disperare. Sono quasi arrivato ad una soluzione per il tuo problema, e magari non ci troveranno per qualche altro giorno, e se siamo fortunati Irina si riprenderà abbastanza da inventare un modo per scivolare dalle loro accerchiamento…”

“Quasi arrivato…magari…se siamo fortunati…” Ripeto quasi fosse una cantilena, e lo stesso Leonard smette di parlare ed abbassa la testa. “C’è un solo modo per guadagnare tempo, e lo sai anche tu”

“non è vero…”

Se mi assicuri che in un paio di giorni riesci a rimettermi in sesto, allora non insisto”. Il mago fa per aprire bocca, ma si interrompe. Sono sicuro che stava per dirmi una bugia, ma il mio sguardo lo ha interrotto. “Lo sapevo. Invece io sono nella mia massima forma dopo il riposo, mi sento bene con la testa e sai benissimo che io non posso morire

Non conosciamo i tuoi limiti, non vuol dire che non li abbia. E poi se continui ad usare le tue capacità potresti non …tornare più

E’ una mia scelta. Ed è anche giusto che una volta tanto non sia un peso per voi”

Non dire sciocchezze. Non sei mai stato un peso. E potrei fermarti. Lo so che pensi di essere in vantaggio, ma anche in queste condizioni posso metterti fuori gioco.”

Tenta di spaventarmi, di far vacillare le mie certezze. E ci riesce, ma stavolta sono io che ho il coltello dalla parte del manico e lui lo sa bene. “Non abbiamo tempo per queste sparate, e lo sai anche tu. Comincia a toglierti i vestiti

Mi tolgo di slancio la maglietta rossa con il simbolo del fulmine giallo e ci metto qualche secondo in più per i pantaloni jeans. Mentre aspetto che Leonard faccia lo stesso (non è convinto, esita per diversi secondi e poi a malincuore esegue) utilizzo lo specchio della stanza e mi trasformo. Leonard ha ragione, potrebbe essere il mio ultimo spettacolo. E le voci tornano, come un ronzio di alveare confuso. Socchiudo leggermente gli occhi mentre i miei lineamenti cambiano. Se dovesse succedere il peggio, almeno me ne andrò nei panni dell’essere più figo che conosco.

Io non sono così. Mi hai tolto tutte le cicatrici e mi hai fatto più muscoloso“. Mi volto a guardarlo e mi metto a ridere perchè siamo entrambi in mutande.

Consideralo un mio regalo. Così potresti essere se avessi una vita tranquilla, dormissi quando devi, seguissi la dieta mediterranea ed andassi in palestra

Sembra una vita parecchio noiosa

Ridiamo entrambi. Poi ognuno porge all’altro gli abiti che si è tolto e ci rivestiamo. Ci mettiamo diversi secondi, duranti i quali c’è un profondo silenzio. Posso quasi vedere le rotelle del mago che ancora stanno cercando una soluzione migliore. Per quanto riguarda me mi sta tornando un forte mal di testa, e le voci hanno aumentato di volume. Stavolta non ce la faccio a non portarmi una mano alla tempia destra. Leonard allunga una mano nella mia direzione, ma io gli faccio segno di non avvicinarsi. Mi sistemo bene i suoi…i miei… abiti. Quando indosso il suo trench ho la curiosa sensazione di indossare una specie di armatura.

Allora, che ne dici?

Mi guarda da cima a fondo per diversi secondi, ma sembra poco interessato visto che torna a guardarmi negli occhi “Lo sai che lei non mi perdonerà mai, vero? Penserà che ti ho ingannato in qualche modo e ti ho mandato a morire.

Già. Irina è fatta così. “Ma tu sei in grado di reggere il peso. E poi lo sai che non è vero.

Senza di te è la fine. Le nostre avventure, il nostro gruppo. E non so se sopporterei l’odio di Irina.

Per un secondo una delle voci nella testa si fa più forte delle altre. E’ la voce del mago, forse perchè mi sono appena trasformato in lui. Ripeto ad alta voce quello che ho appena “sentito”. “Vedila come un nuovo inizio. Per entrambi. E se non riesco a tornare da solo, mi verrete a cercare, vero?

Ovvio. Ma cerca di non esagerare. Non è necessario dare sfoggio delle tue capacità. Fai in modo di attirare la loro attenzione e poi non cercare di combatterli. Fuggi, nasconditi.” torna a prendere il foglietto con l’indirizzo del santuario e me lo mostra “Memorizzatelo. Ti aspetteremo lì per un paio di settimane.” passa qualche secondo, e poi termina con “Torna da noi. Ti prego.

Non ho MAI sentito il mago pregare qualcuno. Mi sta quasi venendo da piangere, ma la mia “copertura” non piange mai. Mi trattengo. Mi limito ad annuire. Vorrei salutare una ultima volta la mia amica, ma è ancora febbricitante. Avvicino di nuovo la mia mano alla sua guancia, ma stavolta si discosta come se non gradisse. Avrei dovuto immaginarlo.

Vado verso la porta, e per diversi secondi non riesco ad uscire. Non voglio. Dopo tanto tempo finalmente sono abbastanza lucido per godere della compagnia dei miei più cari amici e me ne devo già andare. Sento la mano di Leonard sulla spalla. “Non devi per forza and…“. Gli metto la mia mano sulla sua, faccio segno di no. Un profondo respiro, quindi apro la porta e la chiudo non appena ho messo il piede fuori dalla camera. Adesso sono solo. Cerco di captare qualche rumore dall’interno della stanza. Velocemente mi allontano dalla stanza, percorrendo quasi di corsa il corridoio che mi porterà verso l’uscita dell’hotel. Le voci aumentano di volume, ormai le tengo a bada a stento. Non credo tornerò.

Si va in scena. Spero che il pubblico apprezzi il mio ultimo spettaccolo.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.