“… e adesso siamo arrivati.” La guida, con la sua divisa color kaki, sudava vistosamente per il caldo mentre si fermava davanti ad una recinzione guardata a vista da guardie armate. Con una mano indicava ai turisti una specie di castello diroccato, che osservato più attentamente rivelava le sue vere fattezze: era quello che rimaneva del vecchio quartier generale dei supereroi. “Esattamente un anno fa … “ continuò la guida, usando il suo cappello per farsi aria “… in questo posto si combatteva la più grande delle battaglie. Sicuramente la più spettacolare che il mondo abbia mai visto.” Uno sguardo verso i turisti, che sembravano pendere dalle sue labbra, quindi proseguiva con un leggero sorriso “Gli eroi che sempre avevano vegliato sulla nostra sicurezza dovettero affrontare il pericolo della propria estinzione” il termine era volutamente catastrofico, ma lo usava … con buoni risultati a giudicare dalle espressioni coinvolte dei propri ascoltatori … per rendere il suo racconto ancora più avvincente. “Il governo, dopo quella battaglia, decise di dichiarare questo posto inviolabile e ha lasciato tutto così come era alla fine di quella interminabile giornata. Ha inoltre costruito, proprio vicino alla vecchia base …” la mano destra indica una specie di enorme statua in marmo “… il cimitero degli ultimi eroi. Dove tutti ricorderanno in eterno il sacrificio che queste persone hanno compiuto per noi” Tutti gli ascoltatori erano coinvolti, qualcuno persino commosso.
“Nessun eroe si è salvato?” domandò uno dei turisti, vestito con una improbabile camicia verde in stile hawaiano e un cappello da pescatore che quasi gli copriva il viso.
“No, qualcuno si salvò. Colei che guidava la difesa, Miss Tempismo, e un pugno di eroi. Per i rimanenti … e per tutti i nemici … ci fu solo la morte. A giudicare da alcuni corpi morti ritrovati all’interno della base, anche gli scienziati che lavoravano con loro hanno avuto un triste finale” la guida sembrava particolarmente preparata sull’argomento
“E che fine hanno fatto gli eroi sopravvissuti?” domandò una signora ingioiellata e piuttosto grassoccia, mentre con un ventaglio cercava un po’ di frescura dall’afa.
“Mmmm … “ la guida sembrava leggermente in difficoltà, mentre cercava di trovare la risposta alla domanda “… c’è stata una conferenza stampa, qualche mese dopo la tragedia. La stessa Miss Tempismo ha dichiarato il troppo dolore per la perdita dei suoi compagni e la cessazione di ogni attività. Adesso, signora, probabilmente si nascondono dietro le stesse identità normali con le quali interagivano con il mondo quando non erano supereroi.” Annuì, soddisfatto della risposta appena data. Tornò poi a guardare il folto gruppo di persone che stava guidando “Ora però dobbiamo lasciare questo posto. Altri posti dobbiamo visitare e non abbiamo molto tempo.” Qualche turista espresse mugugni di disapprovazione, ma tutti tornarono al pullman che li aveva accompagnati qui. Lo stesso autobus, caricati tutti, ripartì sollevando un polverone e scomparve alla prima curva.
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Non passò molto tempo. Una decina di minuti dopo, dalla stessa curva spuntarono qualcosa come 6 limousine. Queste auto si fermarono proprio davanti all’ingresso della recinzione. Le guardie si misero subito in allerta, stringendo i fucili che tenevano tra le mani. Dalle auto, uscirono dapprima diverse persone vestite in nero, dei bodyguard, quindi da ogni macchina uscirono persone diverse. Da una uscì il primo ministro di quello stesso paese, da altre auto altre cariche governative importanti. Le guardie subito si misero sull’attenti, mentre il responsabile del controllo della zona andò a stringere la mano al primo ministro e a chiedergli il motivo della visita. Ma persero tutto il loro gelo marziale quando uscirono anche gli occupanti della quarta macchina. Uscì prima il famoso regista americano Willy Stenfield, con il suo inconfondibile cappello da baseball rosso e la gomma da masticare perennemente in bocca; una volta fuori salutò con un cenno della mano tutte le guardie presenti e subito dopo allungò una mano all’interno dell’auto per agevolare l’uscita della sua compagna di viaggio. E fu proprio quando l’attrice Elizabeth Peach fece il suo ingresso di fronte a tutti che quasi si scatenò l’entusiasmo generale. Era vestita con un abito lungo a fiorellini, indossava un cappello di paglia e un paio di occhiali neri per proteggersi dalla luce del Sole e portava con sé una borsa piuttosto grande di color nero. Neppure vestiti tanto semplici potevano sminuirne l’effettiva bellezza. Le guardie quasi si precipitarono verso di lei, nonostante le minacce di punizioni da parte del loro superiore. E mentre il primo ministro sembrava ridere di fronte ad una scena tanto buffa, l’attrice si toglieva gli occhiali e donava a tutti sorrisi e cenni del capo. Firmò con estrema pazienza e gentilezza persino diversi autografi, ricevendo innumerevoli ringraziamenti. Poi tutto torno alla normalità, per la gioia del responsabile della zona. Il primo ministro chiarì il motivo della visita: il regista aveva intenzione di fare un film proprio sull’ultima battaglia dello squadrone di supereroi, quindi voleva visitare la zona dello scontro. L’attrice Peach aveva chiesto di accompagnare il regista, avendo nel film in questione la parte proprio di Miss Tempismo. Il responsabile, nonostante le parole del ministro, chiese ed ottenne di vedere i documenti di tutti, quindi rassicurato disse ai suoi uomini di aprire la recinzione per permettere agli ospiti di entrare. Concesse a tutti al massimo un’ora, dopo la quale sarebbero dovuti uscire.
L’ora di tempo apparentemente passò in un lampo. Tutti i visitatori tornarono all’ingresso, chiacchierando concitatamente tra loro. Si parlava dello stato del posto, del modo migliore per riprodurre la base sul grande schermo, su eventuali cambiamenti da fare. Tutti velocemente salirono sulle macchine che li stavano aspettando, e altrettanto velocemente sparirono poco dopo. Le guardie sembrarono leggermente deluse, ma nonostante tutto fortunate di aver vissuto una giornata diversa dalle solite. Ma il più soddisfatto di tutti era il responsabile del posto di guardia: fine delle novità, ritorno alla tranquilla normalità.
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Eppure all’interno di quello che restava della base dei supereroi gli unici esseri viventi non erano i topi. L’attrice che giusto qualche minuto prima sembrava aver preso la limousine per ritornare al suo albergo invece era all’interno di quelle rovine. Era immobile, e qualche secondo dopo si tolse gli occhiali dagli occhi. Poi si sedette un attimo su quello che una volta doveva essere un mobile e che adesso era solo una specie di cubo bruciacchiato. Aprì la sua grande borsa, da dove tirò fuori un paio di comunissime scarpe da ginnastica bianche, che si sbrigò ad indossare. Dopo aver messo le sue scarpe con i tacchi nella borsa tornò in piedi e cominciò a camminare. I suoi passi erano piuttosto lenti, anche perché in molti punti era piuttosto difficoltoso muoversi. In quello che doveva essere stato il primo piano qualcosa era ancora riconoscibile: c’era uno schermo gigante, naturalmente non più utilizzabile, e giusto sotto quella che doveva essere stata la consolle dei comandi. La donna sorrise. Un sorriso malinconico, mentre con le dita della mano destra sfiorava i tasti ormai inutilizzabili. Si fermò persino a digitare qualcosa, rimanendo poi in attesa di un cambiamento. Ridacchiò debolmente nel non ottenere alcuna risposta. Un’ultima carezza a quella consolle, quindi con passi sicuri si diresse verso delle scale verso l’alto. Salì le scale a chiocciola, respirando sempre più piano quasi l’aria diminuisse ad ogni passo. Vide la luce dell’esterno e presto si ritrovò in cima a quella che doveva essere stata una specie di torre. La luce la accecò, costringendola ha coprirsi gli occhi per qualche secondo. Quando riuscì ad abituarsi alla luce, chiuse gli occhi e sorrise mentre un leggero soffio di vento le rinfrescava la pelle. Li riaprì poco dopo e si guardò attorno, facendo un profondo respiro.
“Sapevo di trovarti qui” disse mentre si avvicinava ad una specie di parapetto e si sporgeva un poco per guardare il paesaggio. “Per certe cose, sei sempre stato … prevedibile”
Nessuno rispose a queste parole. Effettivamente nessuno era presente … giusto i fantasmi potevano abitare lì. Ma passarono diversi secondi … e forse fu proprio uno di loro a rispondere. Quando le parole sembrarono portate dal vento, l’attrice non fu per niente sorpresa. Anzi, sorrise.
“Accidenti …” giusto un paio di metri dietro la donna, qualcuno fece la sua apparizione dal nulla. La figura prima era sfocata e si riusciva solo a distinguere il contorno … poi con il passare dei secondi diventava sempre più nitida e distinta. L’uomo (di questo si trattava) prima sembrò essere in bianco e nero, quindi acquistò pieno colore “Allora non sei fortunata. Mi spieghi come fai a vedermi?”
“Infatti non ti vedo” rispose la donna, mostrando al nuovo arrivato ancora le spalle “So solo che ci sei” detto questo, si girò e lo accolse con un grande sorriso “Ciao Johnny!”
“Liz …” l’uomo chinò leggermente il capo in risposta al suo saluto. “Come facevi a sapere che sarei venuto qui?”
“Sei sempre stato un tipo … malinconico, attaccato ai ricordi.” Sospirò, mentre faceva qualche passo verso di lui “E’ passato un anno esatto da quel giorno. Non c’era altro posto dove potevi essere.” Quasi all’improvviso, lo abbracciò e lo strinse forte “Mi sei mancato sai … testone!” era commossa, sebbene sorridente.
“OH MIO DIO! Tu conosci personalmente Elizabeth Peach! E lei è ADDIRITTURA miss Tempismo!!” dichiarò una piccola voce incredibilmente entusiasta all’interno dell’orecchio destro dell’uomo.
Johnny non rispose subito all’abbraccio. Anzi, sembrò colto di sorpresa ed indeciso sul da farsi. Poi, lentamente, rispose al saluto dell’amica. “Ehi, ehi!!!” arrossì leggermente. Cercò di staccarsi dall’abbraccio, ma la presa sembrava così forte che rinunciò quasi subito “Non ero mica morto …”
“Ho visto tutti i suoi film!! E’ la mia attrice preferita e CONTEMPORANEAMENTE la mia eroina preferita! E’ come aver ricevuto un regalo di Natale anticipato!”
A queste parole, la donna lasciò subito l’abbraccio. Rimase immobile davanti a lui, fissandolo con uno sguardo quasi assassino. “Si, ma è in pratica è lo stesso!!” gli urlò addosso “Tutti quelli che erano sopravvissuti si sono fatti sentire almeno una volta in questo anno. E tu?? Tu dov’eri??” fece un passo pesante verso di lui, e non lo vide indietreggiare di un solo passo “Quanto … quanto … quanto ti ODIO quando fai così!!!”
Ma venne interrotta dalla voce calma, sicura ed improvvisamente glaciale del suo interlocutore “Io a differenza di te non ho mollato.” Fu il turno della donna di fare un passo indietro, quasi avesse avuto un istantaneo mancamento “A differenza tua, dopo aver ricevuto la batosta, mi sono rialzato. IO non mi sono nascosto. E detto da me, poi…” terminò ironico.
La reazione della donna fu immediata “IO almeno non ho solo la vita da vigilante. Hai mai provato a vivere una vita normale, come ti ho sempre consigliato? Una vita che non sia solo nemici, nascondigli e pericoli?”
La situazione sembrò sul punto di esplodere da un momento all’altro. Entrambi rimasero muti a fronteggiarsi, quindi Johnny si avvicinò a lei, senza perdere il suo sguardo deciso, posò entrambe le mani sulle spalle di lei e le disse con tono molto più basso, dopo aver fatto un profondo respiro “Lontano da me farti arrabbiare. E comunque … è sempre un piacere vederti. Mi sei mancata.” Annuì
Le parole dell’uomo andarono a segno. Liz infatti perse ogni carica aggressiva e sembrò commuoversi a quelle parole. Rimasero infatti in silenzio per diversi secondi, limitandosi solo a guardarsi. Fu Johnny a rompere la situazione di stallo. Spostò lo sguardo da lei al paesaggio, quindi domandò “E tu? … perché sei qui? Tu non sei malinconica come me …”
La donna sembrò quasi risvegliarsi da una specie di incantesimo. Rispose subito dopo “Non ci crederai mai … ma hanno deciso di fare un film sulla nostra vita da supereroi. O meglio … sugli eroi della nostra vecchia Lega del Bene.” L’uomo si girò ad osservarla incuriosito “I produttori avevano in mente questa idea da molto tempo … pensa, hanno persino cercato di contattare in ogni modo Miss Tempismo. Quando poi non hanno avuto risultati, hanno deciso che avrebbero fatto a meno della sua consulenza.” Fa spallucce “Hanno fatto un lungo casting e … indovina? Hai davanti a te la futura Miss Tempismo!!”
Johnny trattenne a stento una risata coprendosi la bocca con la mano destra “Beh, non potevano scegliere persona più preparata.”
Poi lei continuò “Abbiamo fatto un piccolo sopralluogo giusto un’oretta fa per dare modo al registra di ricostruire almeno in un modo vagamente simile la nostra base. E poi … hanno fatto alcuni cambiamenti nella storia.” Lo osservò serio … e l’uomo all’inizio rimase perplesso da quello sguardo “Hanno messo un uomo invisibile, ma dalla parte dei cattivi … lo interpreta un attore chiamato Vin Restart …”
“… lo conosco, ho visto tutti i suoi film horror. Un bravo attore.” Commentò Johnny.
“… e poi, uno con l’invisibilità non può che essere il cattivo. In tutti i film o lo era o lo diventava: L’uomo invisibile del ’33, L’uomo senza ombra del 2000… e Predator?” la vocetta ridacchiò “Capo, se ti conoscessero ti farebbero diventare capo della Lega del Male!”
“… e hanno aggiunto una storia d’amore tra Miss Tempismo e Wonderman. Dopo l’incredibile ed eroico gesto di Erik, penso non ne potessero fare a meno.”
Passò qualche secondo, probabilmente di riflessione, prima di replicare “Così Erik sarà felice, dovunque adesso lui sia. Sai quanto ci teneva a te. Anzi, credo che lo sapessero tutti.” Un leggero sorriso ironico, per poi chinare impercettibilmente il capo sulla sua destra e tornare serio.
“Capo, scusa se ti interrompo… ma tra pochi minuti passa il giro di ronda”
Quindi, concluse “Beh, adesso devo andare …”
Lei subito allungò una mano per fermarlo. “Due cose, prima che tu sparisca di nuovo.” Johnny si fermò e rimase in attesa. “Ho bisogno di parlarti. E’ urgente. Magari in un posto più tranquillo.”
“Non hai una premiere a breve? Non mi sarà difficile entrare nell’albergo che sceglieranno per l’evento.” Assunse un’espressione pensosa, per poi terminare sorridendo “Chissà che servizio in camera hanno gli alberghi che frequenti… magari potrebbe anche piacermi…”
Elizabeth sorrise, poi tornò seria. “L’altra domanda riguarda Erik.” Un profondo respiro, prima di riprendere “Tutti i nostri compagni mi hanno chiesto, in un modo o nell’altro, se ci fosse qualcosa tra me e lui. Perché tu no?”
L’uomo rispose mentre lentamente diventava sempre più trasparente ed indistinto. “Perché sapevo già la risposta.” Tempo pochi secondi e sparì dalla vista, e le sue ultime parole quasi si confusero con il soffio del vento “A presto.”
Rimasta sola, questa volta per davvero, alla donna non rimase che rispondere “A presto, amico mio” e tornare a guardare di nuovo il paesaggio. Poi diede un’occhiata al suo orologio. “Si è fatto tardi, meglio che torni in albergo. La mia bambola avrà parecchio da raccontarmi.” Sbuffò, per poi chiudere gli occhi e concentrarsi. Questione di attimi, prima di sparire anche lei, come una bolla di sapone che si rompe.
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