Quello che non mi piace di te

Quando mi sveglio sento di nuovo il suo peso. E’ sdraiata su di me, con il lato destro del volto appoggiato sul mio petto e le mani che mi stringono i fianchi. I suoi lunghi capelli biondi sparsi, e la luce che proviene dalla finestra oltre la porta aperta della stanza da letto li illuminano neanche fossero fatti della stessa materia della luce del Sole. Dorme tranquilla, respira appena. Per non so quanto tempo la guardo senza fare nulla, poi non resisto e le accarezzo la testa, scendendo poi sul volto ed infine sul collo. Lei si sveglia proprio in quel momento, accennando un sorriso ed accompagnando con la testa il movimento della mia mano.

Buongiorno” apre gli occhi, sbadigliando rumorosamente.

Good morning, sunshine” replico mentre la mia mano scende sulla sua schiena, ed i miei polpastrelli quasi scivolano tanto la sua pelle è liscia. Un gran bel scivolare.

La vedo cercare con le mani a tentoni il lenzuolo che ci copriva e che ormai è scivolato sulle nostre gambe. Se ne accorge ed infatti le solleva entrambe, prima una e poi l’altra, e mi ricorda una vecchia sitcom televisiva italiana. Riesce solo ad allontanare il lenzuolo ancora di più. Sbuffa. “Dovrò rubarti un altro pò di calore” mi dice per poi abbracciarmi e stringermi ancora di più.

Mi domando se il paradiso sia una camera di albergo dalle pareti azzurre con vista sulla Senna, due bicchieri di vino vuoti sul comodino accanto al letto, un quadro dai vaghi toni impressionisti sopra di noi e soprattutto un angelo che mi desidera. Il mio corpo poi reagisce al suo tocco tanto che lei fa una risatina maliziosa. Sorrido anche io, poi porto le mani incrociate dietro la nuca e faccio un profondo respiro.

Ho sentito la tua aria e sapeva di pensieri profondi“. Lei mette i palmi incrociati di entrambe le mani sul mio petto e poi poggia il mento su di essi, per potermi vedere bene. I suoi occhi verdi mi scrutano nell’anima, come sempre.

…ho scoperto una cosa che mi dà fastidio di te. Ci riflettevo da un pò, e adesso ne sono certo

C’è qualcosa in cui non sono PERFETTA per te?” i suoi si spalancano in maniera melodrammatica. Fa un broncio così bambinesco che per poco non scoppio a ridere e lei dopo esserci riuscita ridacchia. “Ed in cosa dovrei migliorare?

Sento la tua… mancanza

…io sono qui.” mi dà un leggero colpetto sulla fronte.

Si, si, lo so… è che quando non ti vedo mi manca qualcosa. Di solito è un pensiero remoto che riesco a tenere a bada, ma in alcuni casi è… insopprimibile.

Lei non dice nulla, ma con l’indice della destra cominciare a disegnare immaginari cerchi intorno al mio capezzolo sinistro.

C’è una parte di me, una piccola parte, così patetica e disperata che vorrebbe chiuderti a chiave in una stanza per essere sicuro di non perderti e che non ti succeda nulla

… e c’è una parte di me che ci starebbe anche volentieri” replica con voce impostata, come se recitasse una parte. Ed in effetti mi coglie impreparato e piacevolmente sorpreso. “Che c’è? L’abbiamo visto giusto ieri sera.” Scuoto il capo divertito. “Eeee… perchè non lo fai? Sentiamo.

Perchè quando sei libera…risplendi. E tutto risplende intorno a te. Tutto vive ed io mi sento più vivo.” sospiro “Quindi è come avere un punto debole fatale e non poterci fare nulla perchè se me lo togliessi… morirei.

Lei ascolta queste parole in silenzio, assorta. Poi si arrampica fino a raggiungere il mio viso e mi bacia. Per diversi secondi sento il suo tocco e gusto le sue labbra morbide. Quando si stacca, sussurra “Non vado da nessuna parte.” e poi in tono più alto “E visto che siamo in argomento, anche tu hai diverse cose che non mi piacciono

Davvero? Tipo?” la osservo incuriosito.

Lei lentamente si sposta fino a sedersi sui miei addominali, mostrandomi il suo corpo armonioso che rivaleggia con le opere dei migliori scultori dell’antica Grecia. “Da dove comincio?” comincia ad usare le dita per aiutarsi nel conto “Sei un musone, ti lamenti quasi sempre per tutto, ti credi sempre il più furbo della stanza anche quando non lo sei, trovi un sadico divertimento a testare la pazienza delle persone, soprattutto quella di mio padre….

Auch!” porto una mano al cuore “Difetti orribili. E perchè tu sei qui con me?

Fortuna. TANTA fortuna.” poi sorridendo aggiunge “Ma come cose secondarie… direi i tuoi occhi. Mi piace come mi guardi. Mi fai sentire unica al mondo. E poi il modo in cui mi parli. All’inizio eri così impostato, ed adesso ogni tanto riesco persino a sentire tracce del dialetto della tua terra natia. Mi piace la tua onestà, come quello che ci siamo detti adesso. E adoro la tua fragilità, quella che non ti fai problemi a mostrarmi e che ai miei occhi è il più prezioso dei gioielli.”

Dopo queste parole mi metto anche io a sedere e l’attiro a me, baciandola di nuovo per un tempo indefinito. L’idillio viene interrotto solo dai nostri stomaci. Borbottano quasi all’unisono. Il suo più del mio.

Va bene, devo rimangiarmi momentaneamente quello che ti ho detto. Credo che andrò nell’altra stanza per vedere se ci è rimasto qualcosa da mangiare da ieri sera” scende dal letto, ed una volta in piedi si stiracchia “Ma non preoccuparti, sentirai la mia voce così non ti sentirai un bambino abbandonato. Possiamo approfondire quella cosa che mi avevi accennato ieri sera, di quel bambino che è riuscito a fregare il più grande dei truffatori….

Non credo di volerne parlare” ma mi viene da ridere “Sono…fanfaronate da ubriacatura

TI PIACEREBBE!

La sua risata la accompagna mentre si allontana in direzione della stanza vicina. La osservo mentre la luce che la inonda la fa apparire solo come una sagoma sinuosa e sensuale. Dio, sono momenti come questi che mi farebbero venire voglia di correre per strada ed urlare a gran voce che Amelie Albedo sta con me. E di raccogliere come nettare prelibato tutta l’invidia delle altre persone. Ma non sono una spaccone. Non fino a questo punto. Ma quanto mi andrebbe!

Prima di scomparire del tutto dalla mia vista, si volta un’ultima volta a guardarmi. E mi rendo conto che quella sensazione così spaventosa non se ne andrà mai. Per quanto mi possa sforzare, per quanto possa cercare di sopprimerla. Ci sarà sempre quel ghiaccio sottile sotto i miei piedi. Ci sarà sempre quella sensazione di sparire nell’abisso da un momento all’altro. Ma lei adesso è qui con me. E sa che potrà contare sempre su di me, come io di lei. Me lo farò bastare.

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