Archivio mensile:gennaio 2014

Dottore, mi dica… sono pazzo?

Ho passato (e sto passando) un periodo turbolento. La mia vita sta seguendo una parabola discendente, e per una volta non mi sento COSÌ preoccupato. È come se le cose nella mia testa si fosse chiarite… anche se non capisco perché ^^”

Proprio per questa ragione… ho deciso di richiedere il consulto di uno psicologo.

L’idea in realtà è venuta a mio padre, visto che non riusciva a capire per quale motivo non riuscissi più a studiare… e anche perché non mi importasse della cosa. Ed io inizialmente l’avevo presa piuttosto male, visto che mi avevano dato l’impressione (e così non può essere) che mi considerassero una sorta di malato. Poi ho avuto tempo di pensarci, di riflettere con calma, e mi sono detto “Perché no?”

Sono una persona curiosa di natura. Ho sempre cercato di capire il mondo attraverso i miei occhi, le mie orecchie, il mio naso, la mia lingua ed i miei polpastrelli. E non credo di essere una persona stupida. Ma… quanto conosco di me? Abbastanza… ma non è abbastanza. Se c’è qualcosa di me che posso capire meglio,  se questo qualcosa mi impedisse di essere più sereno con me stesso, posso permettermi di ignorarlo?

No.

Ho dei doveri prima di tutto con me stesso. E poi con tutto il resto.

E mi domando,  con un certo inquietante divertimento… chissà cosa nascondo,  lì nel profondo, che proprio non riesco a vedere da solo. Scoprirlo sarà un sollievo… o un’angoscia?

Alla prossima.

What Type of Person Are You?

Ho ritrovato, frugando nel mio hard disk esterno, uno dei 3 test che mi ero salvato perchè mi sembravano… illuminanti. E questo che sto per farvi vedere, lo è soprattutto adesso.

The Wanderer – The Lost

The one who never has a place to belong. The outcast amongst people, Wanderers find life to be rather lonely. There is an empty feeling inside of them that they can’t seem to get rid of. However, not all is pain for them. Despite what others might think, they are very much capable of being happy and sad. Due to the fact that Wanderers always feel misplaced -to some extent- some adjust to how others are, just to have a place to be. The others in this category tend to shy away from people, preferring their own company, certain that they don’t fit in. Both categories however, do keep most of their personal thoughts inside.
Wanderers tend to wish for a place where they are meant to be, resulting in a lot of daydreaming. Personality wise they are, in fact, dreamers. It doesn’t mean they believe that they wish for will come true. Their inner world is simply better than this one. Most Wanderers try to find their special place, no matter if they are a passive-aggressive or a fearless individual. It is something they are drawn to do by nature.
Wanderers are also found to be hard to truly satisfy. Nothing will ever be the way they would have preferred/wanted it to be, and they tend to be disappointed a lot. It is not that they are perfectionists, they simply want for something to feel “right”. Because of this, they often second-guess things/actions/relationships. Low self-esteem is a high possibility, as they often doubt themselves.
As their hole in their heart is constantly there, they may be prone for depression, as rarely anything is giving them true satisfaction. One day they may find their personal heaven, but it is important they are not too caught up in fantasies, or else they might pass by it blindly, missing it forever.

Quote: “Illusion is the first of all pleasures.” -Oscar Wilde

LO giudicavo così illuminante che poi ho trasformato il titolo/risultato come mio nome da Skype. ^^”

Alla prossima

Un duro lavoro di ricostruzione

Probabilmente ho raggiunto una specie di “punto di rottura”. E sarebbe anche ora. 

Ho sempre pensato che momenti come questi fossero una sorta di “esplosione” (dall’interno verso l’esterno)… ma nel mio caso è avvenuta un’implosione. Tutte le strutture che si erano create fuori da me mi sono crollate addosso,  eliminando (credo) quello che era stato costruito nel mio animo.

Almeno credo,  c’è ancora un bel polverone e non si vede bene. Se dovessi ragionare da “nerd”, ho letto troppi fumetti e visto troppi cartoni animati per dare un giudizio prematuro ed infallibile.  Devo attendere. 

Leggendo vecchi dialoghi che ho avuto su messenger (quanto mi manchi…) con alcune persone, una volta rivelai a qualcuno che mi sentivo un uomo senza sogni. Ho conosciuto persone che volevano continuare ad usare il loro lato artistico nel lavoro, chi voleva andare in Germania e rendersi totalmente indipendente,  perfino persone che desideravano una determinata automobile (e forse ce l’ha fatta)… io non avevo sogni. Volevo essere sereno, ecco tutto. E magari, ogni tanto,  riuscire ad essere felice.  Ma erano desideri troppo vaghi, costruiti sulla sabbia. E visto che in realtà si inseguono i sogni soli con forti stimoli, e quindi con forti emozioni… io non pensavo di averne.

La vita mi ha smentito,  un paio di volte.  Sono stato capace di ardenti passioni,  di slanci per me impensabili. Ed il “fuoco sacro” di quelle stesse passioni mi ha consumato fino alla cenere. Non sono andate bene, questo si è capito. Ed in realtà mi hanno lasciato sgomento, sbalordito e distrutto.  Peggio di quanto potrebbe riuscire a fare mia madre quando è incavolata e non si rende conto di quello che dice (e vi assicuro che può raggiungere livelli quasi “artistici” di cattiveria, anche se in realtà vorrebbe darmi un altro tipo di reazione). Ma hanno dimostrato che in me c’è terreno fertile anche per questo. Sicuramente per poter usare il mio terreno ci vogliono piante incredibilmente resistenti, ma è possibile. 

Il polverone è ancora alto, e chissà per quanto ancora lo sarà. Mi muovo a tentoni,  tasto nel vuoto affidandomi all’unico senso che può darmi la sensazione di “qui e ora” ed ignorando vista ed udito, troppe volte menzonieri.  

Ho seguito la corrente per così tanto tempo che ormai potrei non avere sufficiente forza nelle braccia per prendere i remi e cercare di cambiare direzione.  E mi rendo conto che il fiume non è solo la casualità della vita, ma a volte  anche le persone che mi sono più vicine,  che per fare il mio bene vogliono che segua la loro direzione.  Con questa idea: sei alla sbando, non sai dove andare, ascolta noi che vogliamo il tuo bene. Ma anche in questo caso, non è la dimostrazione di non avere un minimo di carattere proprio? O forse è solo la mia innata ed inconscia voglia di non chiedere aiuto a nessuno?  In realtà,  per quanto mio padre dica (quasi sicuramente a ragione) che senza un aiuto non si va da nessuna parte (in ambito lavorativo), c’è una parte di me che la rifiuta con sdegno. E non riesco a placarla, neanche lontanamente. O forse non voglio… perché mi sembra una delle parti più pure di me. Posso io permettermi di eliminare qualcosa di tanto bello?

Io vorrei riprendere a leggere. Mi manca la lettura svagata, quella che cominci quando ti va e la finisci quando la tua “sete” si è momentaneamente placata. Se riprendessi a leggere in questo modo, forse riprenderei anche a scrivere. È da qualche mese che ho nella testa personaggi che desiderano ardentemente che io crei loro posti dove poter vivere. E a volte mi danno indizi del loro futuro che mi spingono quasi a raggiungere la tastiera del pc… prima che intervenga questa auto-costrizione che fa fermare tutto sul nascere.  Perché?  “Non è utile, non serve”. Ma sarà poi vero?

Il polverone del crollo non mi permette di vedere cosa è rimasto in piedi. Ed essendo io persona abbastanza piena di dubbi ed insicurezze, forse sto aspettando di sapere cosa è rimasto in piedi.

Ma non è meglio che tutto sia crollato?  Da un “ground zero” si può ricominciare. Si può pulire il terreno, e poi ricominciare a costruire. Magari qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso,  qualcosa che potrebbe non piacere a persone esterne a te (ti ricordavano come un diverso tipo di costruttore) e che potrebbe attirare critiche. Magari potrebbero dirti che non hai tempo per ricostruire, che sei di là con gli anni, che potresti morire prima di riuscire a ricostruire un edificio tanto diverso dai tuoi canoni.

E chi sei tu per smentirli?

Sono Giovanni“. Magari potrei partire da qui.

Alla prossima.

Un vero inizio

Ho aspettato giorni, per trovare la forza e la voglia di scrivere il primo articolo dell’anno. E naturalmente brancolavo nel buio. Non mi andava di fare il solo resoconto di quello che ho fatto l’anno scorso e di quello che mi sforzerò di fare quest’anno.

Poi, frugando in un cassetto per cercare alcuni documenti bancari, ho trovato… qualcosa che mi permette di scrivere questo post. E quindi, comincerò citando qualcuno, e nemmeno devo andare lontano: ha scritto nel mio blog, per un breve periodo.

Facciamo finta che non sia il 3 Gennaio, bensì il primo giorno del 2014. Le feste sono passate, ho mangiato, bevuto, guardato film. Ho riso e scherzato con i miei amici. Ora sono a casa, davanti al pc e saranno le 5 del mattino. Sono stanco, ma non ho sonno. Forse aspetto l’alba, perchè mi sento nel profondo un romantico. Rigiro tra le dita una piuma di cornacchia dall’inestimabile valore affettivo (nonostante tutto) e penso a cosa scrivere.

Non ho mai dato grande considerazione al calendario. O a qualsiasi cosa serva per scandire il tempo. Per carità, non nego la grande utilità… ma combatto con le scuse e le ilusioni che può creare. In realtà, con una certa dose di cinismo, dico che ogni giorno è uguale all’altro, almeno per la stragrande maggioranza delle persone. Un anno segue un altro, e così fanno i mesi e i giorni. Perchè la gente festeggia la fine dell’anno? Perchè l’anno precedente è stato davvero così brutto? O perchè si spera che l’inizio dell’anno sia un nuovo inizio migliore?

I nuovi inizi in realtà sono ben altri. E possono accadere… in un giorno qualunque. Ma quello stesso giorno diventerebbe IL giorno. Si inizia davvero solo quando si ha la volontà di iniziare. Si inizia quando ci si rende conto che c’è qualcosa che non va nella propria vita…. qualcosa che si dovrebbe cambiare per vivere meglio. Per SENTIRSI meglio. Si inizia quando si ha il coraggio di capire i propri errori, quando si ha il coraggio di soffrire nell’immediato per poter affrontare il mondo con rinnovato vigore. Si inizia quando ci si sente pronti per guardarsi alle spalle ed osservare il proprio passato, per quanto doloroso possa essere, e prendere da questo le cose migliori, scoprire quanto di bello c’è stato di noi… e quanto ci potrebbe ancora essere, magari lasciando perdere orgoglio, malinconia, rabbia. Si inizia quando si guarda verso il futuro e si sentono ancora i brividi scendere lungo la schiena, ma nonostante tutto si fa un primo passo in avanti, poi un altro, poi un altro ancora. Niente ci dovrebbe fermare.

Quindi, tenendo conto che in questo ipotetico intervento ormai si saranno fatte le 6 del mattino, e che quindi ormai la luce farà capolino in mezzo alle nubi, termino sempre citando lo stesso vecchio intervento che mi ha fatto cominciare.

“Ed è con questo mio pensiero profondo/delirante (a voi la scelta) che vi saluto.  Svegliatevi coraggiosi..il buon giorno si vede dal mattino.”

Alla prossima. E buon 2014 ^^