Archivio mensile:dicembre 2007

La legge del deserto

Tutto il mio sogno cominciava in una casa. Era fatta tutta di pietra. Camino in pietra, tavolo e mobile in pietra. Sedia di pietra, e sul tavolo di pietra un bicchiere di pietra… con i residui di un liquido, che non so quale fosse. Poi la scena si sposta all’esterno… e lì faccio la mia comparsa io. Vesto come mio solito (molto casual… o come dice mia madre, con i primi abiti che ho trovato davanti agli occhi…^^”) e sono seduto su un’altra sedia di pietra all’esterno. Non faccio ninete, osservo il paesaggio. O meglio, osservo l’infinita distesa di deserto attorno a me. Fa un caldo terrificante… una specie di forno. Non spira un alito di vento. Eppure, io sto bene. Come se fossi abituato al caldo e a tutto il resto.
 
POi, in una delle tante giornate, sento un alito di vento. Mi sorprende parecchio, perchè non c’è mai stato vento nel deserto. Però è un vento lievissimo, che sembra provenire da un’altra parte più lontana. Sono così curioso che decido di seguire questa debole traccia… anche se mi domando quanto sia lontana. Non ho mai fatto viaggi, quindi un pò mi preoccupa. Parto comunque.
 
Cammino, cammino… il paesaggio non cambia mai, sempre e solo sabbia e sassi. Seguo quell’esile filo di vento… e nel mentre una voce vaga nella mia testa comincia a dire "Non starai andando troppo lontano? Sei sicuro che non ti stancherai prima di arrivare… in un posto che nemmeno sai se esiste?" Ascolto le voci, ma continuo a camminare.
 
Dopo il vento, comincio a sentire dei rumori. Acqua che scroscia, voce che canta. Sono sempre più vicino, e la cosa comincia a rendermi entusiasta… ma mi fanno male i muscoli delle gambe e mi sento stanco. La voce mi ripete "Lo vedi, non ce la fai. Torna indietro, non sai cosa troverai." Ma io proseguo, testardo.
 
Poi, dopo una camminata che non finisce mai, vedo in lontananza qualcosa. Qualcosa di verde e di azzurro. Che sia il posto dove devo arrivare? Comincio ad accelerare il passo, cominciando addirittura una specie di corsetta. Sento anche meglio la voce che canta. Ma sento anche meglio la voce che mi avverte "Potresti non arrivarci… stai attento… e dopo non tornerai più indietro…". la cosa un pò mi spaventa, ma comincio a correre. Con tutte le forze che ho. Ma contemporaneamente mi fanno malissimo le gambe. Più mi avvicino, più rallento. Abbasso lo sguardo… e vedo che le mie gambe e braccia si stanno pietrificando. ma il traguardo è vicino, cerco di farmi forza. Sollevare le gambe è sempre più difficile, e alla fine non ci riesco proprio più. Mancano pochi metri.. allungo un braccio… e alla fine mi ritrovo pietrificato del tutto. Tranne gli occhi. Quelli sono ancora vivi, ed osservo malinconico il posto che non riesco a raggiungere. La voce nella mia testa mi dice "Te l’avevo detto. Non ci saresti arrivato. ma non preoccuparti… questo giardino andrà via… e tu tornerai come eri prima." Allora socchiudo gli occhi.. quasi cercassi di sforzarmi di andare avanti… e anche i miei occhi vengono pietrificati.
 
Adesso sono statua del tutto. Completamente immobile. subito prima del giardino. Poi, lentamente ma inesorabilmente, comincio a sgretolarmi. Prima piccole crepe, poi sempre più grandi e profonde… e alla fine mi sbriciolo, e di me rimane solo un mucchio di polvere. Passa un gran vento e spazza tutto via, non facendo rimanere niente di me. O meglio.. da sotto il mucchietto di polvere spunta una specie di piccolissima piantina. Di massimo due centimentri. E qui mi sveglio.
 
Ultima cosa da dire:  nel sogno avevo davvero un fisico "scolpito nella pietra" (giusto per rimanere in tema ^^”)
 
Alla prossima.
 
 
 

Stalemate master

Ultimamente, mi capita di pensare a me, a quello che faccio o che dico, e mi viene da ridere. Peccato che la risata sia piuttosto nervosa. ^^”
 
Ho sempre più chiaro il mio problema. Non che prima non lo sapessi.. solo che adesso è palesemente chiaro ai miei occhi: non sono per niente in pace con me stesso. E non lo sono da… boh… non so più quanto tempo ormai. Ma come a molte cose, ci ho fatto l’abitudine. E questa forse è l’unica cosa a cui non dovevo abituarmi. ^^”
 
Cerco sempre di pormi un limite a quello che faccio o dico con le persone che considero amiche (anche se forse alcune non lo sono) e faccio lo stesso anche i perfetti sconosciuti. Non sbottonarsi, questo è stato il mio imperativo. Cerca di capire chi hai davanti, prima di fare qualunque cosa. Vale la pena parlare con la persona in questione? Se si, si comincia…
 
Se fossi uno stronzo, direi che faccio così per conoscere sopratutto i difetti delle persone che parlano con me. E non per scopi utilitaristici… solo per capire quanto la persona con cui parlo sia umana. E (questo forse perchè sono un egoista) per essere in pace momentanea con me stesso. Momentanea, ripeto.
 
Mi sono divertito a dividermi in due parti (anche se in realtà si tratta della stessa persona): da una parte IO, dall’altra il mio istinto. Io non dò mai molta fiducia al mio istinto. Non lo controllo, non lo capisco molte volte… lo tengo stretto, limitato. Sono convinto nel mio piccolo che sarebbe capace di fare danni "terribili" se libero di agire. Ed infatti, non sempre riesco a tenerlo a bada: a volte fugge, mi fa dire o fare cose che forse sarebbe meglio mantenere per me… a cui poi mi è difficile porre rimedio. La cosa divertente è che quando succede non sono mai convinto fino in fondo che siano effettivamente danni. Forse la mia unica paura è di "perdere la faccia"… ma mi domando: quale faccia ho fatto vedere agli altri che ho paura di perdere?? Mi sembra di tornare ai vecchi tempi dell’Uomo Invisibile… ma sono passati, almeno quelli. ^^”
 
Facendo un paragone scacchistico (paragone che mi è venuto in mente adesso che sto scrivendo), posso dire di essere un giocatore particolarmente capace. Analizzo il mio avversario, nelle prime mosse vedo il suo stile di gioco, dopo mi impegno a neutralizzare ogni suo attacco… e rimango così, costringendo il mio avversario a trovare un modo di vincere che arrivo comunque a stroncargli sul nascere. Molte volte arrivo a mangiargli ogni pezzo importante della scacchiera (tutti eccetto il re ed i pedoni)… ma non lo finisco, preferendo continuare a giocare, in modo anche senza senso. Preferisco non portare a termine la partita, perchè mi trovo bene a "giocare" con l’avversario che ho di fronte e la situazione di stallo che ho creato non mi dispiace. Senza però pensare che a volte sono gli altri a diventare insofferenti, e a volte a soffrire di questa situazione che volutamente "cristallizzo" nel tempo e nello spazio. La cosa brutta (perr me, o divertente, secondo altri punti di vista) è che non lo faccio apposta a giocare così. Non lo faccio per vedere l’insofferenza di coloro che "giocano" con me. Semplicemente… forse non so giocare in modo diverso, e se ne fossi capace non giocherei altrettanto bene. ^^”
 
Forse il mio istinto è quando penso che muovendo un pezzo in quel riquadro, poso fare scacco matto. Forse il mio istinto lo temo proprio perchè mi dà speranza, ma una speranza che se delusa mi farebbe davvero male. Chissà…
 
Scrivere queste cose non serve effettivamente a nessuno. Giusto a me. E nemmeno in quel caso sono sicuro mi servirebbe. Scriverlo mi dà una certa consapevolezza, ma contemporanamente non mi fa cercare la soluzioni. Un pò come (altro paragone adatto a questi giorni) camminare per ore ben sapendo che in fondo non ho fatto che un bel giro di cose già viste. Camminare sapendo di essere alla fine rimasto fermo. ^^” Della serie: "Come sprecare energie inutilmente" ^^”
 
Niente da dire, sto impazzendo..^^ Spero che nessuno mi chieda spiegazioni, perchè tanto non sarei capace di dargliele. ^^”
 
Alla prossima.

Pensieri sacri

Ieri sera mia madre mi ha "costretto" ad alzarmi dal letto presto la mattina per andare ad assistere alla Messa in onre dell’Immacolata Concezione. Bisogna dire che io ormai la domenica (giorno di messa) ormai la mattina hanno rinunciato a cercare di alzarmi: il sabato esco sempre e faccio tardi, quindi sono stanco morto la mattina. Ma non è solo per quello… la verità è che la chiesa mi annoia.
 
Ora, non vorrei passare per irrispettoso nei confronti della maggioranza delle persone che invece da buoni cristiani ogni fine settimana assistono alle celebrazioni liturgiche con fede e devozione. E non voglio nemmeno dire di essere ateo. Io non dubito a prescindere dell’esistenza di un Dio lassù nei cieli… solo che temo di essere diventato un non credente. Io insomma non ho motivi per credere nell’esistenza di Dio, ma cambierei idea se avessi dimostrazioni del contrario.
 
Bisogna anche dire che la parrocchia della mia cittadina ha alcune cose che non mi tornano. Hanno cambiato da poco il prete, e questo nuovo rispetto al precedente mi dà già l’impressione di essere più attivo e con più buona volontà… il che mi rende sollevato perchè il precedente diciamo che non dava l’impressione che gli importasse molto delle attività parrocchiali. Ma la messa non è cambiata per niente: quando leggono i Vangeli, li fanno cantati (chissà se Gesù avesse preso il pane ed il vino e lo avesse offerto ai suoi discepoli cantando..^^”) e un’altra cosa che non mi torna è il coro, o meglio le "canzoni di intermezzo". Belle, profonde… ma cavoli, una tristezza!! Io capisco che il mondo vive nel profondo peccato, e che Dio forse avrebbe pochi motivi per essere allegro di noi…. ma una canzone di speranza, almeno alla fine della celebrazione!! Chiedo troppo?? Perchè non posso lasciare la Messa  con un sorriso, con il pensiero che in fondo Dio ci darà una cosa meravigliosa una volta voltato l’angolo?? Questo sempre che Dio esista, si intende…^^”
 
Il mio Dio, lassù nei cieli, è un simpatico anziano che osserva tutto dall’alto e sopratutto è un gran simpaticone, uno di quelli che ride di gusto nel vedere i nostri successi e che in fondo ci dona parole di speranza quando tutto va male. E allora, perchè ogni volta che entro in chiesa, ho l’impressione che Dio ce l’abbia un tantino con tutti?Che una cappa di tristezza scenda su tutti i presenti? ^^” Ma come dice una mia amica, forse devo solo cambiare parrocchia…
 
Per non parlare del fatto che gli "adulti" ogni volta che vanno in chiesa si vestono eleganti e portano con loro i figli. Beh, fin qui è normale… il fatto è che i poveri bambini ad un certo punto si annoiano pure (li posso anche capire, poverini) e subito occhiatacce da parte dei genitori, che provvedono subito a fermarli e a bloccarli. Io, non so voi, ma mi sembra ingiusto. Quasi il comportamento dei figli possa avere "terribili" ripercussioni sul "buon nome" dei genitori. Ma la prerogativa dei piccoli non è quella di divertirsi? E’ così strano che reagiscano alla noia cercando di ridere?? E NON SI PUO’ RIDERE IN CHIESA. Chissà perchè…
 
Alla prossima.