Sono state le feste appena trascorse a tirarmi fuori questa considerazione, strettamente personale e comunque da un punto di vista “sbagliato” o per meglio dire da un punto di vista situato “dall’altra parte della barricata”.
Secondo me essere un genitore vuol dire educare un figlio/ una figlia nel modo migliore possibile, magari cercando di dare il buon esempio. Sfortunatamente non è una scienza esatta. Si va incontro ad un sacco di errori, di incomprensioni, di tentativi non riusciti. La grande sfida di un genitore è inculcare nel figlio una sorta di “etica di base”, che permetta al bambino/ ragazzo di potersi confrontare con il mondo nel modo migliore possibile.
Ma la vera sfida viene quando il figlio/ la figlia sono ormai cresciuti. È in quel momento che l’essere genitori si trasforma in un atto di fede vera e propria. Il genitore smette di essere la verità assoluta, l’oracolo al quale affidarsi per trovare la giusta rotta. Le parole perdono di importanza, non sono più vincolanti come prima. I figli sbagliano o vogliono sbagliare, anche per fare esperienze proprie ed affrancarsi dai genitori. Credo sia la natura delle cose. È qui che il genitore deve dimostrare la sua “fede”: non puoi più cambiare tuo figlio/ tua figlia, puoi solo sperare di averlo/a educato/a nel migliore dei modi. Non vuol dire rinunciare a dire la propria opinione, ma puoi solo sperare che il seme che hai piantato in un terreno che adesso appare così “incomprensibile” abbia messo radici, anche se potresti non saperlo mai.
Alcuni genitori, pur possedendo tutto l’amore del mondo, non conoscono questa fede. Alcuni genitori non riescono a farsi sorpassare di propria volontà dai figli. Alcuni genitori non si lasciano educare a loro volta dai figli. Alcuni genitori… credono che un figlio che la pensa diversamente da loro sia solo un figlio che sta mancando di rispetto.
Alla prossima.