Stamattina mi sono svegliato con una strana sensazione, come se avessi avuto la preveggenza che sarebbe stata una giornata… particolare. Particolare e… faticosa ^^”
Indosso la mia bella divisa bianca e vado al lavoro. Mi sistemo nel mio ufficio, accendo il mio portatile e comincio a compilare le mie pratiche. Noioso, ma è attualmente il mio lavoro. Mi si prospetta una giornata tranquilla, come molte altre prima di questa. Naturalmente mi dimentico la preveggenza di questa mattina.
C’è da complilare una sorta di tabella con i dati riassuntivi mensili di ogni ufficio. Non è una cosa difficile, ma a volte i capisezione (quelli che mi devono dare i dati) battono la fiacca. Dovevo finire questa tabella ieri, ma un ufficio non aveva i dati e me li aveva promessi per il giorno dopo. Naturalmente l’ultimo giorno disponibile. E altrettanto naturalmente, questa mattina non sembra esserci nessuno in ufficio.
Finita qui? Assolutamente no! Il mio caposervizio mi chiama nel suo ufficio, chiude la porta e mi dice che sta per arrivare un pezzo grosso tra una settimana, e il direttore vuole che io compili una presentazione powerpoint con le attività di tutti gli uffici. Diciamo che 1) non uso quasi per niente powerpoint 2)è una mole di dati ENORME, e mi chiede se in 3 giorni posso preparalo. Lo ammetto, ho sudato freddo. Ma non ero spaventato. Stavo già pensando a cosa fare… e il mio caposervizio mi dice di passare da un capoufficio per chiedere a lui dei dati. E io vado, naturalmente…
… cominciano i guai. Il capoufficio in questione (nonchè mio superiore) mi accoglie con una visibile aura rossa di rabbia, e quando gli chiedo se ha dei dati da farmi vedere, lui ESPLODE. Mi urla addosso qualunque cosa, mi rinfaccia la mia ignoranza in materia, dice di aver preparato una presentazione lui stesso già tempo prima e soprattutto mi assicura che non mi darà alcun dato “neanche se prego”. Sono allibito. Ma ciò vuol dire… nessuno dei dati che mi servono. E non finisce qui… altro superiore mi chiede di quella tabella riassuntiva mensile, con grandissima fretta. poi, un problema nel mio ufficio. Tutti insieme quasi contemporaneamente.
In quel momento, mi viene in mente solo una cosa. Mi allontano per un pò da tutti, chiudo gli occhi e faccio un bel respiro profondo. Non ci crederete ma… mi sento meglio. Capisco di dover affrontare una questione per volta. Vado a mettere fretta all’unico ufficio di cui mi mancavano i dati, e loro (seppur scocciati) mi consegnano i dati. Io in gran fretta li inserisco e quindi li spedisco dove li devo mandare. Quindi con il problema nel mio ufficio, mi rendo conto che il compter di un mio collega fa le bizze; faccio la cosa più ovvia del mondo, ovvero riavviare e magia!! Tutto rifunziona di nuovo.
E l’ultimo problema, il più importante? Quello si risolve da solo. Alla fine si decide che la presentazione non la farò io, e il capoufficio che mi ha sbraitato addosso mi chiama nel suo ufficio e a parte si scusa per il suo comportamento, dovuto a quanto ho capito ad altri problemi che ha avuto quella stessa mattina.
Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene. E penso che il punto di svolta prima della pazzia sia stato… quel bel respiro profondo. Ho rallentato il mondo intorno a me, e sono riuscito a ristabilire le giuste priorità. A volte, bisogna fare solo una cosa alla volta. Invece di farne tre male, è possibile farne una come si deve.
Penso che possa valere anche per le cose importanti. A volte ci vuole un bel respiro, raccogliere il coraggio ed affrontare una situazione particolarmente problematica, che sia un compito impegnativo, oppure una discussione che non può più essere rimandata, oppure semplicemente fare la cosa giusta anche quando si vorrebbe davvero essere dei codardi.
Quindi… coraggio, chiudete gli occhi, fate tutti un bel respiro e…
… alla prossima!