Archivio mensile:ottobre 2011

Come un grillo parlante

Sapete una cosa? Sto cominciando a stufarmi. Principalmente, di non riuscire a trattenermi dal diventare un grillo parlante. Anche quando non c’è bisogno. La mia soglia di tolleranza e pazienza/comprensione si sta abbassando sempre di più. Buffo… mi prende totalmente di sorpresa. Non me ne ero accorto.

Non riesco nemmeno ad esserne spaventato/ incuriosito. Probabilmemte, perchè sono troppo stanco. Le cose non vanno come dovrebbero, e non ho nemmeno tempo di fermarmi un attimo e risistemare il tutto. Mi lascio tante cose dietro. Ma non voglio usare questo come scusa.

Pensavo di essere un ipocrita, visto che faccio notare agli altri errori che mi riguardano e che fanno parte delle mie cattive abitudini. Sapete perchè non lo sono? L’ipocrita vanta doti morali, virtù,  idee che in pratica non ha. Io non ho mai negato i miei difetti. Sono pigro, sono ottuso alle volte, cincischio spesso… mi fermo qui, ma ce ne sono tante altre. E come dico sempre, proprio perchè conosco i miei difetti così bene diciamo mi irrita vederli negli altri. Vorrei che i miei amici/amiche non avessero i semi dei miei stessi mali. Passo per saccente… e non è mia intenzione. Non posso farci niente. Ci tengo troppo.

Va bene, va bene… la smetto. Fate finta di niente. Torno nelle mie ombre, a combattere da solo un qualcosa che al momento non sconfiggerò.

Un certo tipo di dolore

Forse non ti è chiaro. Sono qui per spiegarti, al meglio delle mie capacità.

Non è un problema la solitudine in sè… il vero problema è non riuscire SEMPRE a sentirsi solo. Se fosse come dovrebbe essere, ti si prospetterebbero 2 soluzioni: ti abitui e raggiungi una sorta di malinconico nirvana… o non ti abitui, e nei casi più gravi la fai finita. In un modo o nell’altro riesci a terminare la sofferenza.

Il problema è che NON ti abitui. Non ti puoi sentire sempre solo. Ci sono diversi momenti… appena ti svegli, quando vai a lavorare, quando vai in palestra/piscina… che non ci pensi. In pratica, quando sei solo una parte di te. Ma ci sono quei momenti in cui la consapevolezza di essere solo ti raggiunge con facilità, proprio perchè non ci stai pensando. E la cosa più brutta è che fa male non per “potenza” ma per “profondità”. Non è un dolore che aumenta con l’aumentare del tempo. E’ sempre lo stesso. In compenso scende in te ogni volta che si ripresenta. Va a fondo. A volte arriva dove non puoi raggiungerlo. E si annida in te, quasi fosse una sanguisuga. Una sanguisuga furba, perchè non te lo toglie tutto il sangue ma fa in modo di poter bere in continuazione e con regolarità.

Tu dici di soffrire per un dolore forte che ti ha colpito. Sono davvero dispiaciuto per te. Vorrei davvero che non ti fosse successo. Ma.. attenzione alle parole. Io ti dico che in pratica soffro da una vita… con pochissimi e brevissimi periodi di pausa.

Chiaro adesso? Io capisco meglio di quanto credi.

Coraggio, un bel respiro e…

Stamattina mi sono svegliato con una strana sensazione, come se avessi avuto la preveggenza che sarebbe stata una giornata… particolare. Particolare e… faticosa ^^”

Indosso la mia bella divisa bianca e vado al lavoro. Mi sistemo nel mio ufficio, accendo il mio portatile e comincio a compilare le mie pratiche. Noioso, ma è attualmente il mio lavoro. Mi si prospetta una giornata tranquilla, come molte altre prima di questa. Naturalmente mi dimentico la preveggenza di questa mattina.

C’è da complilare una sorta di tabella con i dati riassuntivi mensili di ogni ufficio. Non è una cosa difficile, ma a volte i capisezione (quelli che mi devono dare i dati) battono la fiacca. Dovevo finire questa tabella ieri, ma un ufficio non aveva i dati e me li aveva promessi per il giorno dopo. Naturalmente l’ultimo giorno disponibile. E altrettanto naturalmente, questa mattina non sembra esserci nessuno in ufficio.

Finita qui? Assolutamente no! Il mio caposervizio mi chiama nel suo ufficio, chiude la porta e mi dice che sta per arrivare un pezzo grosso tra una settimana, e il direttore vuole che io compili una presentazione powerpoint con le attività di tutti gli uffici. Diciamo che 1) non uso quasi per niente powerpoint 2)è una mole di dati ENORME, e mi chiede se in 3 giorni posso preparalo. Lo ammetto, ho sudato freddo. Ma non ero spaventato. Stavo già pensando a cosa fare… e il mio caposervizio mi dice di passare da un capoufficio per chiedere a lui dei dati. E io vado, naturalmente…

… cominciano i guai. Il capoufficio in questione (nonchè mio superiore) mi accoglie con una visibile aura rossa di rabbia, e quando gli chiedo se ha dei dati da farmi vedere, lui ESPLODE. Mi urla addosso qualunque cosa, mi rinfaccia la mia ignoranza in materia, dice di aver preparato una presentazione lui stesso già tempo prima e soprattutto mi assicura che non mi darà alcun dato “neanche se prego”. Sono allibito. Ma ciò vuol dire… nessuno dei dati che mi servono. E non finisce qui… altro superiore mi chiede di quella tabella riassuntiva mensile, con grandissima fretta. poi, un problema nel mio ufficio. Tutti insieme quasi contemporaneamente.

In quel momento, mi viene in mente solo una cosa. Mi allontano per un pò da tutti, chiudo gli occhi e faccio un bel respiro profondo. Non ci crederete ma… mi sento meglio. Capisco di dover affrontare una questione per volta. Vado a mettere fretta all’unico ufficio di cui mi mancavano i dati, e loro (seppur scocciati) mi consegnano i dati. Io in gran fretta li inserisco e quindi li spedisco dove li devo mandare. Quindi con il problema nel mio ufficio, mi rendo conto che il compter di un mio collega fa le bizze; faccio la cosa più ovvia del mondo, ovvero riavviare e magia!! Tutto rifunziona di nuovo.

E l’ultimo problema, il più importante? Quello si risolve da solo. Alla fine si decide che la presentazione non la farò io, e il capoufficio che mi ha sbraitato addosso mi chiama nel suo ufficio e a parte si scusa per il suo comportamento, dovuto a quanto ho capito ad altri problemi che ha avuto quella stessa mattina.

Insomma, tutto è bene ciò che finisce bene. E penso che il punto di svolta prima della pazzia sia stato… quel bel respiro profondo. Ho rallentato il mondo intorno a me, e sono riuscito a ristabilire le giuste priorità. A volte, bisogna fare solo una cosa alla volta. Invece di farne tre male, è possibile farne una come si deve.

Penso che possa valere anche per le cose importanti. A volte ci vuole un bel respiro, raccogliere il coraggio ed affrontare una situazione particolarmente problematica, che sia un compito impegnativo, oppure una discussione che non può più essere rimandata, oppure semplicemente fare la cosa giusta anche quando si vorrebbe davvero essere dei codardi.

Quindi… coraggio, chiudete gli occhi, fate tutti un bel respiro e…

… alla prossima!