Archivio mensile:marzo 2011

Stanchezza soddisfacente

E’ passata una settimana e io inizio a sentirne il peso: Lavoro.
Lavoro ed è una cosa bellissima, che mi consente di tenere la mente impegnata in qualcosa di positivo, che  mi rende indipendente, che mi insegna tante cose, mi fa sentire utile, eppure…oddea quanto è stancante!
Sono pigra, così pigra da avere la mobilità di un comodino, da diventare un tutt’uno col materasso e il piumone, da dormire mentre preparo la pasta con le patatine fritte, da dormire tantissimo e continuare a farlo perchè dormire è un’attività piuttosto stancante quindi devo riposarmi. Adesso però non posso più farlo.
Iniziando ad analizzare la situazione il primo problema sta nell’orario cattivo, si inizia alle 7:30, si finisce alle 14, si ricomincia alle 16 e si rifinisce alle 21! Ho delle mattine libere e il lunedì è giorno di chiusura, però, e questo mi rende immensamente triste, sabato e domenica sono rinchiusa lì!
Fortunatamente la giornata passa abbastanza in fretta, e il merito è tutto dei fantastici clienti che arrivano e mi sto dando da fare per dividerli in categorie:
Il sordo-muto: è un cliente abituale che ho conosciuto il primo giorno di lavoro, senza alcuna pietà la mia collega l’ha affidato a me e non vi dico quanto tempo ho impiegato prima di capire cosa volesse mangiare, ma lasciando perdere questo, il momento migliore è stato quando si è seduto al tavolo, come quasi tutti ha preso il giornale ed ha iniziato a leggere, diversamente dagli altri ha iniziato a mandare baci, tanti baci, sorrideva, faceva segni strani, ma non a qualcuno, bensì in direzione del giornale, guardo il tavolo in cerca di una spiegazione ma nulla, dal bancone vedevo solo il giornale e i tovaglioli, la soluzione più logica era che stesse commentando le notizie, ma la questione dei baci non mi tornava, con una scusa di mettere in ordine mi sono avvicinata a lui e cosa vedo? il cellulare nascosto dai tovaglioli, stava facendo una videochiamata!
L’indeciso: un tipo di clienti molto frequente è l’indeciso, ce ne sono di vari tipi, quelli che ti fanno pesare tutte le torte e alla fine prendono l’unica che non volevano, quelli che ti chiedono informazioni su ogni pasticcino li vorrebbero tutti e sono comunque insoddisfatti delle loro scelte, e quelli che proprio non sanno cosa vogliono e pretendono che sia tu a scegliere per loro. Proprio ieri mi è capitato uno di questi, ero sola e decisamente confusa quando ad un certo punto arriva un tizio dall’aspetto inquieto e il discorso va più o meno così:
“Buonasera vorrei ordinare una torta per domani”
“Mi dica, che torta?”
“Una torta, non lo so, faccia lei”
“Mi spiace ma non  posso, deve deciderla lei” elenco tutte le torte
“Non lo so, davvero, per me è uguale, faccia lei”
Dopo una decina di minuti passati a spiegargli che non posso prendermi una responsabilità simile si decide e andiamo avanti
“Allora, mi dica, per quante persone è la torta?”
“Siamo tra di noi”
Ecco, non poteva darmi risposta più inutile e si è pure ostinato a non dirmi nè in quanti erano nè quanto doveva pesare la torta =_= fortunatamente sono riuscita a raggirare il problema facendogli scegliere la misura che preferiva, ma il momento peggiore doveva arrivare. Mi guarda con la faccia di uno che non ha mai aperto un libro, che si è fermato alla seconda elementare e annuncia con aria fiera e orgogliosa ciò che dovevamo scrivere sulla targhetta
“pinco pallino (dove pinco è il nome e pallino il cognome) i miei 58 anni, buon compleanno!”
Non so a voi ma a me è suonato come una stonatura, “i miei 58 anni”, posso capire “la mia laurea” ma no no “i miei 58 anni” e la candelina numerata che la si mette a fare?? c’è già quella che indica gli anni, e invece no, lui voleva sia la scritta che la candelina, non si sa mai qualcuno si confondeva, pensava fosse che ne so..appunto..che altro potevano pensare?
Gli Scumazza: avete presente il popolo dei sumeri? ecco, immaginate anche loro come un popolo. Fieri, valorosi, dalle particolari caratteristiche che li accomuna, sputacchiano quando parlano, non si capisce cosa dicono, hanno la pelle bruciata dal sole e l’espressione di chi almeno due o tre scippi al giorno per passione non se li fa mancare. Vengono raramente ma sono indimenticabili.

Gli stranieri: volete mettere l’emozione di servire un cliente italiano con quella di cercare di capire tramite gesti confusi, dita che indicano cose inesistenti e sguardi interrogatori un cliente straniero di cui sconosci totalmente la lingua? Bhe…diciamo che per tutto il resto c’è mastercard!
L’inclassificato (ma ancora per poco): è il cliente abituale per eccellenza, non salta un giorno ed è sempre un’emozione nuova. Guarda tutto con l’aria di chi non può perdere tempo perchè lo  stanno inseguendo, cambia idea almeno 4 volte prima di decidere cosa vuole mangiare, normalmente prende due cose diverse, conosce tutti i prezzi e si nasconde quando mangia! Si nasconde, si, e il perchè devo ancora capirlo. Non so se è timido o un pò folle, guarda sempre in basso, sia quando ordina che quando mangia, fa tutto di fretta eppure ha l’aspetto trascurato di chi non ha nulla da fare e nessuno che l’aspetta. Inizio a pensare che sia semplicemente solo e disabituato al contatto umano, spero di sbagliarmi.
Oggi son pure venuti dei camionisti allegramente chiassosi, erano delle marche e ho capito metà di ciò che hanno detto però hanno riempito un momento di noia e per questo meritano la mia stima, almeno ho riso un pò!
Bhe, per ora i meritevoli di nota sono solo questi, direi che per la prima settimana non è affatto male, vi terrò informata sui prossimi….sogni d’oro.