Archivio mensile:aprile 2011

Sapere cosa si lascia, non sapere cosa si trova

E’ solo un passaggio. Tranquilli, la gestione rimane alla mia cara amica. Sta facendo un ottimo lavoro, e spero che continui così ^_^

Leggere l’ultimo intervento non mi è piaciuto. L’intervento in sè è molto bello. Pieno di emozione, di calore. Pieno dell’essenza stessa della mia amica. Quindi, un intervento inestimabile. Ma pieno di tristezza. No, non mi piace pensare all’idea della mia amica triste. Sapendo anche di non poter fare nulla per lei.

Quello che ho letto ieri mi ha bloccato ogni ispirazione. E pensavo di non poter più scrivere. Ma stasera, eccomi qui. Davanti alla tastiera, allo schermo illuminato, alle parole che lentamente si formano. E’ forse l’ultima volta che lo farò. Ci vorrà probabilmente del tempo prima che riprenda ad essere più attivo. Chissà quanti racconti NON scriverò, chissà quanti pensieri NON condividerò. E’ strano pensarci.

In questo momento sto facendo un esperimento. Ho spento la luce in camera, ho spento la televisione e non sto ascoltando musica. Cerco di scrivere sperimentando l’ASSENZA. Di luce e di suoni, in questo caso. E visto che su msn i miei amici non sono presenti, anche l’assenza di “partecipazione”.

Allora… rimanendo solo con i miei pensieri rimango anche solo con me stesso. Mai ho conosciuto avversario più pericoloso. E’ quello che mi conosce meglio. Sa dove colpire.

Ho paura. Tanta. Domani partirò per raggiungere il profondo Sud. Inizierà un nuovo capitolo della mia nuova vita, ed inizierà dopo 8 ore di viaggio in macchina, seguendo l’autostrada più “scorrevole” del mondo. ^^” Una volta lì, non so proprio cosa mi succederà. Mi troverò bene? Riuscirò a superare ogni problema? Troverò davvero la mia strada? Dovrei essere positivo, ottimista. Non mi nascondo solo perchè c’è in me anche il seme dell’entusiasmo. Un mondo nuovo, potenzialmente meraviglioso. Sono sempre stato un pò bambino, essere infantile è stata la mia somma gioia e a volte anche la mia somma disperazione ^^”. E per i bambini tutto ciò che è nuovo più che paura porta con sè curiosità e voglia di conoscere. Ce la farò? Non lo so. Ma posso pensare che ce la metterò tutta.

Non riesco ad essere completamente positivo. Perchè so cosa lascio. Lascio un mondo tranquillo, un mondo che cominciava davvero a starmi stretto ma che conoscevo davvero bene. Lascio diverse persone. Quando intendo lascio non vuole certo dire che le abbandono. Ma il fatto stesso di non vederle, il fatto di non poterle raggiungere all’occorrenza (non facilmente almeno) non mi piace.

Questo devo forse imparare. Non sempre potrò intervenire. Non sempre potrò “partire al salvataggio” delle persone. Non sempre… sarà utile un mio intervento. Quasi tutte le persone che conosco hanno problemi di varia entità. E quando l’ho saputo non sono stato molto bene. Ma è anche vero… e questo devo continuamente ricordarmelo… che sono problemi che i miei amici sicuramente risolveranno da soli. Ne hanno la forza e le potenzialità. E visto che mi fido di loro, ce la faranno. “La mia più grande felicità sarà quando nessuno avrà più bisogno di me”. Cito me stesso, per una volta. Grande gioia, ma anche grande malinconia e tristezza. Ma solo per me, si intende ^^”

Mi sento profondamente triste adesso. E non vorrei proprio andare a dormire. Vorrei avere una lunga notte infinita a disposizione. Vorrei avere il tempo per risolvere ogni situazione in sospeso, vorrei rendermi conto che tutto va bene, che tutti stanno bene, che tutto va come deve andare. Forse anche parlarne con qualcuno. Adesso non è così. In futuro si risolverà tutto. Ci voglio credere, ci DEVO credere.

… vorrei tanto avere le idee chiare. E vorrei per una volta essere pienamente comprensibile, senza dover fare salti mortali per rimediare a ciò che non ho spiegato bene. -_-” 

… e vorrei non sentirmi così solo.

Sopravviverò, come sempre ho fatto. ^^” Ma voi cercate di raggiungere il meglio, ok? ^_^

Alla prossima.

Invisibile addio

Pesantezza. Soffocamento. Confusione. Pressione. Inutilità. Immobilità. Destino  avverso. Vita crudele. Morte.

23 anni, Muore. Lontano da casa, lontano da tutti. Solo. Muore e la notizia la danno prima i telegiornali all’italia che le autorità alla famiglia. Muore e qualcuno pagherà caro.

“Era al suo primo giorno di lavoro Pierpaolo Pulvirenti, 23 anni, catanese, quando è morto lontano da casa in Sardegna, investito da un getto di idrogeno solforato, mentre stava effettuando lavori di manutenzione nell’impianto della raffineria Saras di Sarroch, nel cagliaritano. [….] Non era un operaio specializzato, come qualcuno lo ha definito sui giornali all’indomani della tragedia, era un semplice manovale. ”

Non eravamo amici. Indirettamente facevamo parte l’uno della vita dell’altra. Involontariamente per anni ci siamo incontrati ogni giorno, la scuola, le uscite, i compleanni. Ci univa l’immenso affetto per una persona. L’ho conosciuto attraverso i racconti della sua ragazza, mi ha conosciuta attraverso i racconti della mia migliore amica. Eppure non posso dire di averlo realmente conosciuto.

E’ morto e sento un macigno dentro. E’ stata una morte ingiusta, causata dalla superficialità di chi gli ha affidato il lavoro ma anche dalla sua incoscienza. Era piccolo, aveva la mia età, la mia età esatta, e non posso pensare che la vita sia davvero così imprevedibile, che possa finire quando dovresti essere ancora all’inizio. Mi sento confusa, trasportata da un turbinio di sentimenti, di pensieri, di ansie e di preoccupazioni, ed è come se tutto fosse schiacciato da un masso così grande da impedire che queste emozioni escano fuori. Pesantezza, confusione, blocco. Vorrei essere un fiume libero di scorrere ma riesco a sentirmi niente di più che una diga di cemento armato. Quando si romperà questa corazza indesiderata?

 

Anche se ne parlo, anche se mi illudo di esserne consapevole, in realtà non so ancora che è morto. Vorrei sapergli dire addio.